giovedì 22 ottobre 2015

CACCIATORI DIETRO CASA: UOMO SFIORATO DAI PALLINI


SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA. Prima il colpo di fucile, quindi il rumore tintinnante della pioggia di pallini contro i vetri dell’auto parcheggiata nel cortile di casa e sul tetto del container utilizzato come rimessa.
Cacciatori dietro casa. All’interno della moderna abitazione nella campagne di Aurava di San Giorgio della Richinvelda la famiglia Dean ha trascorso momenti da brivido. Era finita nel mirino, è proprio il caso di dirlo, di un paio di cacciatori che, domenica scorsa, pattugliavano i campi nei dintorni alla ricerca di lepri e fagiani.
I due si sono spinti troppo vicini alla casa e con un’irresponsabilità imperdonabile per chi imbraccia un’arma, hanno sparato verso l’abitazione per non farsi scappare la preda di turno.
Moglie e marito, i giovani Dario Dean e Valentina Biancu, che in quel momento (erano le 14) stavano caricando i bambini nell’auto, si sono trovati sulla scia della rosa di pallini che, solo per un miracolo, non li ha colpiti.
«La scena è stata delirante – spiega la giovana mamma, ancora scossa per quanto accaduto – Li abbiamo visti a una decina di metri imbracciare il fucile e, come se niente fosse, sparare senza considerare nemmeno l’idea che potevano esserci delle persone nei dintorni».
«Alle nostre grida, ben presto si sono uniti nella protesta alcuni vicini, preoccupati che fosse accaduto qualcosa di grave. Per come sono andate le cose, possiamo davvero ritenerci miracolati. I bambini giocano in cortile: non voglio nemmeno pensare cosa sarebbe potuto accadere se un solo pallino li avesse colpiti».
Segnalazione ai carabinieri. Di quanto accaduto sono stati subiti avvisati i carabinieri di Spilimbergo che, dal numero di targa dell’auto su cui i due si sono dileguati, sono riusciti a risalire al proprietario.
«Quello che più è incredibile – chiarisce la giovane mamma – è che la legge parla chiaro, e prevede che i cacciatori stiano a debita distanza dalle case (almeno 150 metri). Se volessimo far valere i nostri diritti, dovremmo procedere con una denuncia, prendere un’avvocato e spendere di tasca nostra, buttando via del denaro per una situazione che, se prevalesse solo un pò di buon senso, non avrebbe nemmeno dovuto verficarsi».
Spetta ora alla famiglia decidere se passare alla vie di fatto
oppure no, potendo contare sulla testimonianza dei residenti. Qualunque cosa si deciderà resta la gravità di quanto accaduto.
Fatto che riapre la scottante questione della sicurezza delle battute di caccia in aree limitrofe ai centri abitati.