giovedì 9 gennaio 2014

GATTO CHE VIVE AL PRONTO SOCCORSO. LA RISPOSTA AIDAA AL MESSAGGERO.


Sul quotidiano il MESSAGGERO di Roma oggi è apparso un articolo a mio parere allucinante che parla di un gatto che vive in una sala d'attesa di un ospedale di Ostia. La cosa che sconvolge leggendo quell'articolo è che il gatto viene considerato fuori posto, ma non ci si sofferma sul fatto che la struttura è fatiscente. Comunque qui di seguito il link dell'articolo e sotto la mia risposta inviata e che dovrebbe essere pubblicata domani.
E DI SEGUITO LA MIA RISPOSTA
Ho letto non senza stupore l'articolo sul gatto che vive nella sala d'aspetto dell'ospedale grassi di Ostia. Mi ha colpito molto il tono dell'articolo dal quale appare evidente che quel pronto soccorso e quella sala d'attesa sono indecenti ed hanno problemi strutturali non indifferenti (almeno cosi appare dall'articolo), che meriterebbero una segnalazione al ministero della salute. 
E a fronte di tutto questo il cronista, anzichè indignarsi per i bagni che fanno schifo (lo lascia intendere lui stesso) o per le sedie arrangiate se la prende con il gatto? 
A parte il fatto che è oramai riconosciuto a livello mondiale che i gatti nei reparti ospedalieri sono i ben accetti ed addirittura vi sono correnti di pensiero secondo cui è buona cosa che i mici circolino per i reparti (ad esclusione ovviamente di quelli di chirurgia e terapia intensiva) e ci sono ospedali a partire dal Gaslini di Genova, ma anche molti altri in tutta la penisola (se vuole le mando un elenco specifico) dove gli animali sono ammessi nei reparti (cani, gatti e persino conigli e criceti) dove portano benessere e affetto ai malati, e dove sopratutto in alcuni casi, come nei reparti pediatrici la presenza degli animali per la per terapy è un fatto normale ed acquisito da tempo. 
Il problema di quella sala d'aspetto non è il gatto che semmai è una presenza piuttosto positiva visto il quadro generale che ha descritto il cronista, ma tutto il resto. Il problema non è il gatto vaccinato, perchè non ci sono malattie feline trasmissibili all'uomo. la leucemia o la aids felina non si trasmettono a noi umani. 
Capisco la necessità di un pezzo di colore, ma prendersela con il gatto in una situazione dove pare che tutto cada a pezzi è quantomeno fuori posto, per non dire ridicolo. 
Qualunque veterinario potrebbe spiegare che non ci sono controindicazioni rispetto a quelle norme di igiene che richiama il cronista.
Qualunque ufficiale sanitario invece potrebbe avere da ridire sulla fatiscenza della struttura. 
Allora si lasci in pace il gatto e si punti il dito contro le vere carenze strutturali, anzi lo facciamo noi, lo faccio io, inviando l'articolo ai Nas del ministero della salute perchè ispezionino quella che viene descritta come una vera topaia e che invece è una sala d'aspetto ospedaliera.
Un ultimo appunto, il cronista sa che in ogni ospedale italiano vi sono riconosciute e protette dalla legge colonie feline che vivono e prosperano da secoli? 
E se lo lasci dire, quel gatto è un toccasana in quella orribile sala d'aspetto. Grazie a lui chissà quanti malati hanno ritrovato anche se solo per un momento un sorriso, e da quanto abbiamo appreso, nessuno invece ha avuto problemi dovuti alla presenza del micio, che viene amato e accudito in maniera amorevole dal personale ospedaliero.
Cordiali saluti
Lorenzo Croce
presidente nazionale 
ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE - AIDAA