lunedì 9 settembre 2013

GREEN HILL PERCHE' PAGARE I CANI SALVATI?

GREEN HILL. PERCHE' PAGARE PER I CANI SALVATI?


Brescia (9 settembre 2013) – La procura della repubblica di Brescia avrebbe stabilito di far pagare 100 euro ad ogni adottante di un beagle salvato da Green Hill, cifra che servirebbe a creare un fondo di circa 263.900 euro che in caso di assoluzione dei quattro imputati di maltrattamento sarebbero incamerati dalla Multinazionale Marshall e che invece sarebbero in caso di condanna incamerati dallo Stato. Sotto accusa per diversi reati tra cui quello di maltrattamento i vertici dell'allevamento di Montichiari e precisamente ’amministratrice Ghislane Rondot, il direttore Roberto Bravi, il veterinario Renzo Graziosi e Bernard Gotti, uomo di fiducia della Marshall Bioresources di Lione, della holding Farms group di cui Green Hill 2001 srl fa parte. Infatti tecnicamente i cani di Green Hill non sono “Adottati” dalle persone che le hanno in affido ma quella che è in fase di avvio in questi giorni è una vera e propria “cessione di beni reperibili”: I beagle non sono salvati, ma tecnicamente comperati ad un prezzo che di fatto è poco inferiore a quello di mercato per i cani destinati alla vivisezione. “E' un pasticcio che non ci piace- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- le famiglie affidatarie dei beagle di fatto sono costrette a comperarli al prezzo di cento euro l'uno questo per tutelare il rischio che l'azienda possa vincere la causa e che quindi debba essere risarcita per la vendita dei cani. Certo- meglio spendere cento euro per ogni cane che è stato salvato che vederlo finire in un laboratorio di vivisezione o sperimentazione, ma il pasticcio rimane, e giuridicamente tutta la battaglia di Green Hill si traduce al momento in un atto di compravendita dei cani. Noi riteniamo semmai che sia la Marshall a dover risarcire lo Stato non i padroni dei cani, che in caso di sconfitta della Marshall e quindi di condanna degli imputati, oltre a pagare le spese processuali dovrebbe pagare lo Stato per aver maltrattato gli animali, invece qui si trova una soluzione peregrina: si fanno pagare i cani agli adottanti e se per disgrazia questi vengono assolti questi soldi li intascherebbe la Marshall come costo della vendita dei cani. Siamo alla follia- conclude Croce- chi salva gli animali paga e chi li ha maltrattati potrebbe addirittura essere pagato. No. Noi non ci stiamo e staremo a vedere cosa farà chi sulla pelle dei cani e degli adottanti in questi mesi si è fatto pubblicità. Raccontandoci una mezza verità, anzi una grande bugia”.