PROVOCAZIONE AIDAA: DIAMO
IL NOSTRO COGNOME A FIDO E MICIO
DIAMO ANCHE A LORO IL COGNOME DELLA NOSTRA FAMIGLIA |
Roma
(3 marzo 2013) - Dare il proprio cognome al cane ed al gatto di
casa, cosi come li si da al proprio figlio, inserire il cognome di
micio e fido nell'anagrafe comunale, in modo che l'animale domestico
possa avere i diritti necessari riconosciuti ai componenti della
famiglia: diritto alle cure veterinarie, diritto ad ereditare i beni
di famiglia (con tutor), ma che sopratutto obblighi la propria
famiglia ad avere verso di lui tutti i doveri che discendono
dall'essere anche micio e fido un “componente speciale” della
famiglia di appartenenza, questo aiuterebbe sicuramente a ridurre
l'abbandono estivo dei nostri amici a quattro zampe, ma imporrebbe
anche una serie di comportamenti maggiormente responsabili da parte
di coloro che “adottano” micio e fido, che di fatto prendendo il
cognome del “loro compagno umano” diventano parte integrante
della famiglia. Oggi con la nuova legge sui condomini con la quale è
tolta la proibizione di tenere animali in casa si è fatto un piccolo
passo avanti, AIDAA sostiene la necessità di andare oltre e di poter
dare il proprio cognome a micio e fido che sarebbe cosi iscritto
oltre che all'anagrafe canina, anche nell'apposito registro dei
“componenti speciali della famiglia”, iniziativa che a dire degli
animalisti potrebbe essere allargata tranquillamente anche agli altri
animali domestici, cavalli compresi. “Sono oramai tantissime le
persone che trattano micio e fido come dei componenti della propria
famiglia, - ci dice Lorenzo CROCE presidente di AIDAA e promotore
dell'iniziativa-certo non come componenti umani, ma non riusciamo a
capire perchè anche loro, e con loro tutti gli altri animali
domestici dai canarini, fino al cavallo di casa non possano assumere
il nostro cognome, sono parte della nostra famiglia. E' ora- conclude
Croce- di superare il vecchio concetto di proprietà, cani e gatti ce
lo dimostrano tutti i giorni che noi non siamo loro padroni ma al
massimo loro compagni di avventura in questa vita, ed allora, se sono
parte della nostra famiglia,tanto vale che vengano riconosciuti
ufficialmente come tali e come tali trattati con diritti e doveri”.