giovedì 24 gennaio 2013

L'INFERNO DEI CANI DELLA BASE DI CAMP DARBY


Pisa (23 Gennaio 2013) – Non solo combattimenti, ma anche cani di grossa taglia abbandonati (in particolare pitbull), tenuti prigionieri in piccole gabbie dove si muovono a fatica, picchiati e spesso anche sottoposti ad altre sevizie, tanto che gli stessi soldati americani hanno scritto lettere sdegnate di protesta per come i loro commilitoni trattano questi cani presenti in gran numero nella base militare americana pisana di Camp Darby, segnalazioni che in molti casi fino ad oggi erano restate lettera morta. Ora dopo l'esposto presentato dall'associazione italiana difesa animali ed ambiente alla procura di Pisa qualcosa pare muoversi, infatti i carabinieri della stazione presente nella base militare coordinati dal maresciallo Luca Giuntini hanno iniziato ad interrogare alcune persone che potrebbero essere a conoscenza di quanto accade realmente alle decine di cani massacrati e maltrattati ed abbandonati che vivono nella base americana. Le accuse lanciate dall'associazione italiana difesa animali ed ambiente sono precise e vanno dall'organizzazione di combattimenti clandestini con annesso un giro di scommesse, fino al maltrattamento, alle sevizie ed al reato di abbandono. Una situazione che va avanti da decenni e che ora non è più tollerabile nemmeno per le decine di militari che amano i cani e che hanno denunciato in diverse lettere “l'inferno vero e proprio” in cui vivono i cani specialmente quelli di grossa taglia presenti nella base militare Usa di Pisa. Nei prossimi giorni AIDAA presenterà un nuovo esposto denunciando nuovi fatti specifici di violenze e soprusi che vedono come oggetti e protagonisti i cani e che ora sono in fase di raccolta. “ Le condizioni in cui vivono molti cani di grossa taglia nella base di camp Darby è assolutamente oltre il limite del tollerabile- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- ora nei prossimi giorni presenteremo un nuovo dettagliato esposto ai carabinieri suffragato da prove precise e schiaccianti, questa situazione che dura da quasi venti anni deve finire, non ci interessa chi sono gli autori del maltrattamento,ne tantomeno chi sono coloro che organizzano i combattimenti clandestini, anche se ci si dice che sia esclusivamente personale americano, quello che a noi interessa è mettere fine a questa situazione vergognosa sulla quale finalmente si è squarciato un velo e che vogliamo scoprire per far terminare”.
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