L'INFERNO DEI CANI DELLA BASE DI CAMP DARBY
Pisa (23 Gennaio 2013) – Non solo combattimenti, ma anche cani di
grossa taglia abbandonati (in particolare pitbull), tenuti
prigionieri in piccole gabbie dove si muovono a fatica, picchiati e
spesso anche sottoposti ad altre sevizie, tanto che gli stessi
soldati americani hanno scritto lettere sdegnate di protesta per come
i loro commilitoni trattano questi cani presenti in gran numero nella
base militare americana pisana di Camp Darby, segnalazioni che in
molti casi fino ad oggi erano restate lettera morta. Ora dopo
l'esposto presentato dall'associazione italiana difesa animali ed
ambiente alla procura di Pisa qualcosa pare muoversi, infatti i
carabinieri della stazione presente nella base militare coordinati
dal maresciallo Luca Giuntini hanno iniziato ad interrogare alcune
persone che potrebbero essere a conoscenza di quanto accade realmente
alle decine di cani massacrati e maltrattati ed abbandonati che
vivono nella base americana. Le accuse lanciate dall'associazione
italiana difesa animali ed ambiente sono precise e vanno
dall'organizzazione di combattimenti clandestini con annesso un giro
di scommesse, fino al maltrattamento, alle sevizie ed al reato di
abbandono. Una situazione che va avanti da decenni e che ora non è
più tollerabile nemmeno per le decine di militari che amano i cani e
che hanno denunciato in diverse lettere “l'inferno vero e proprio”
in cui vivono i cani specialmente quelli di grossa taglia presenti
nella base militare Usa di Pisa. Nei prossimi giorni AIDAA presenterà
un nuovo esposto denunciando nuovi fatti specifici di violenze e
soprusi che vedono come oggetti e protagonisti i cani e che ora sono
in fase di raccolta. “ Le condizioni in cui vivono molti cani di
grossa taglia nella base di camp Darby è assolutamente oltre il
limite del tollerabile- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di
AIDAA- ora nei prossimi giorni presenteremo un nuovo dettagliato
esposto ai carabinieri suffragato da prove precise e schiaccianti,
questa situazione che dura da quasi venti anni deve finire, non ci
interessa chi sono gli autori del maltrattamento,ne tantomeno chi
sono coloro che organizzano i combattimenti clandestini, anche se ci
si dice che sia esclusivamente personale americano, quello che a noi
interessa è mettere fine a questa situazione vergognosa sulla quale
finalmente si è squarciato un velo e che vogliamo scoprire per far
terminare”.
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