Caro barista ti scrivo. A prendere carta e penna, anzi a digitare sulla tastiera per postare sui social, sono stati Arturo e Oliva, "due bravi cagnolini di città", per denunciare pubblicamente i gestori di un bar del centro di Barzio, che si sarebbero rifiutati di servire anche a loro da bere un poco di acqua fresca, naturalmente nella loro ciotola.
Dietro c’è ovviamente lo zampino, pardon, la mano, dei loro possessori, Patrizia Diana B. e suo marito Marcello, due turisti milanesi in Valsassina la vigilia di Ferragosto. "Erano circa le 3 del pomeriggio, c’erano 30 gradi, che per noi piccoli, camminando a pochi centimetri dall’asfalto rovente, sono molti, ma molti di più, e avevamo tanto bisogno di un po’ di ombra e di acqua – raccontano Arturo e Oliva rivolgendosi direttamente al gestore che li avrebbe maltrattati -. Ci eravamo appena accomodati ai piedi di un tavolino all’esterno quando ti abbiamo visto uscire come uno che viene inseguito da qualcuno, o uno che deve inseguire. Sei uscito dal bar di gran carriera, con passo svelto, agitando le mani e parlando a voce troppo alta: si capiva che ce l’avevi con noi e ci siamo un po’ intimoriti, ma non avevamo fatto nulla di male. Ti abbiamo visto rivolgerti aggressivo alla nostra umana, dicendole con fare molto autoritario che non potevi darci da bere. Ti abbiamo sentito dire che noi avremmo sicuramente bagnato il pavimento esterno del bar e che tu non avevi nessuna intenzione di pulire. Noi avremmo voluto prometterti che no, non avremmo bagnato, saremmo stati attentissimi, in fondo siamo due bravi cagnolini che vivono in casa". La lettera sta naturalmente facendo il giro della rete.