TIGRE MORTA A FASANO. I
DUBBI RIMANGONO
la tigre SAMIR |
Brindisi (19 dicembre
2013) – La procura della repubblica presso il tribunale penale di
Brindisi ha comunicato questa mattina al presidente nazionale di
AIDAA Lorenzo Croce la propria richiesta di archiviazione
sull'esposto presentato dalla stessa associazione animalista in data
29 luglio 2013. In quell'esposto AIDAA chiedeva di indagare sulle
vere cause della morte della tigre avvenuta nello zoo di Fasano pochi
giorni prima. La tigre il 2 luglio 2013 aveva aggredito ed ucciso il
proprio padrone nel parco Martinat di Pinerolo dove era custodita
prima del trasferimento allo zoo safari di Fasano. AIDAA aveva
chiesto alla procura di procedere ad esami approfonditi e per questo
era stata disposta dalla magistratura brindisina l'autopsia del
grande felino. Ora la comunicazione di richiesta di archiviazione,
che non convince assolutamente l'associazione animalista che da
quando (domani pomeriggio) riceverà la notifica della decisione
della procura avrà due settimane di tempo per consultare gli atti ed
eventualmente opporsi alla richiesta di archiviazione. “La
decisione della procura non ci coglie impreparati- ci dice Lorenzo
Croce presidente nazionale di AIDAA- infatti ad oggi non abbiamo
ancora visto le carte e quindi per noi i dubbi sui tempi e sui modi
della morte della tigre permangono nella loro interezza. Ho già dato
mandato alla vice presidente nazionale AIDAA Antonella Brunetti,
brindisina, di recarsi lunedi in procura per recuperare la
documentazione messa a disposizione dalla procura che verrà dapprima
sottoposta ad una verifica medico-veterinaria da parte dei nostri
esperti, e successivamente decideremo di chiedere alla magistratura
nuove indagini in base agli elementi che emergeranno dalle carte e
che da quanto ci è dato sapere non mettono affatto la parola fine a
questa vicenda, anzi aprono ulteriori inquietanti ipotesi sulle
responsabilità della morte di quella tigre avvenuta pochi giorni
dopo che la stessa aveva sbranato il suo proprietario e per questo
andremo fino in fondo, se necessario presentando nuove prove e nuovi
esposti con diverse e più precise ipotesi di reato nei confronti di
chi a nostro avviso è responsabile ed ha favorito la morte
dell'animale avvenuta a fine luglio nello zoo-safari di Fasano”.