Colpita in volo con un fucile ad aria compressa. Forse da un bracconiere, o forse per puro sadismo. La cicogna trovata morta il 3 luglio ai piedi del campanile di Mignete (Lodi) su cui aveva fatto il nido è stata uccisa a fucilate. A confermarlo, giovedì mattina, la Lipu-BirdLife Italia dopo che l’istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha trovato un pallino da caccia nell’addome e un altro foro nel collo del volatile. «Un atto di bracconaggio, ignobile e vigliacco», accusa Aldo Verner, Presidente di Lipu-BirdLife che in Lombardia da dieci anni partecipa a un progetto nazionale di monitoraggio della specie.
La cicogna bianca di Mignete faceva parte di un gruppo di cinque volatili che da alcuni anni sono una presenza fissa sul campanile della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Mignete, attirando curiosi, ammiratori e birdwatchers. L’esemplare — l’adulto di una coppia che stava portando a termine la nidificazione — era stato trovato morto all’interno del cortile dell’oratorio da un volontario della parrocchia, con una vistosa ferita al collo. Recuperata dai veterinari dell’Ats Città Metropolitana, la cicogna era stata affidata alla sezione di Lodi dell’istituto zooprofilattico che poi durante l’autopsia ha riscontrato due ferite da arma da fuoco — probabilmente un fucile ad aria compressa — e gravissime lesioni e fratture provocate dalla caduta a terra. L’autore del gesto, che ha causato commozione e rabbia in paese, non è ancora stato trovato. «Un gesto inqualificabile — rincara Verner —, siamo certi che le autorità giudiziarie sapranno risalire al responsabile del grave atto di bracconaggio per il quale annunciamo già da ora la richiesta di costituirci parte civile nell’eventuale processo».