martedì 14 maggio 2019

ORRORE. IN EMILIA VIA LIBERA ALLA CACCIA ALLA VOLPE IN TANA

«Con il via libera dell’Emilia Romagna allo sterminio delle volpi, mamme e cuccioli massacrati all’interno delle loro tane, diventa ancora più impellente sottoscrivere la petizione con cui chiediamo al Parlamento di mettere fuori legge la caccia alla volpe e, più in generale, la caccia in tana». Così l’Ente Nazionale Protezione Animali all’indomani dell’approvazione del piano di controllo della volpe per il quinquennio 2019-2023. Voluto dall’Emilia Romagna per compiacere le doppiette, il piano prevede la pratica crudele dello sterminio della volpe in tana e l’illegittimo coinvolgimento di “operatori abilitati dalle regioni”. Si tratta di una perifrasi utilizzata per indicare i cacciatori che abbiano frequentato un corso, ma che, stando a ben 5 sentenze della Corte Costituzionale, non potrebbero e non dovrebbero essere impiegati per gli interventi di “selezione” sulla fauna. Coinvolgerli in tali interventi è incostituzionale perché la legge nazionale, la 157/92, stabilisce che tali interventi siano affidati unicamente a personale pubblico.
Oltre alla petizione, Enpa ha lanciato una iniziativa sulla propria pagina Facebook per chiedere al presidente Bonaccini di cancellare la caccia alla volpe in tana. «Confidiamo nel senso di umanità del presidente affinché fermi questa pratica sadica, osteggiata da moltissimi cittadini. Una pratica in virtù della quale le mamme volpi vengono sbranate dai cani nel tentativo di difendere i propri piccoli all’interno delle loro tane. Cioè – prosegue Enpa – nel luogo che dovrebbe dare loro protezione e sicurezza. Neanche per i cuccioli c’è scampo: saranno uccisi dai cani o dalle fame. Basta con questa crudeltà, Bonaccini ascolti le nostre richieste, chiediamo che leggi e sentenze siano rispettate e soprattutto che si rispetti il diritto alla vita delle mamme volpi e dei loro cuccioli».
Nel piano ci sono anche elementi positivi, quali il divieto di ripopolamento venatorio e l’applicazione di varie metodologie ecologiche, prioritarie rispetto agli abbattimenti (è il caso della custodia degli animali da cortile), ma restano in secondo piano rispetto alle molte criticità, quali – ad esempio – il già citato coinvolgimento di figure estranee alla legge nazionale 157 92 nelle operazioni di “gestione” faunistica. E, soprattutto, rispetto ad una impostazione di fondo che, con il via libera alla caccia in tana, rasenta il sadismo.