domenica 24 giugno 2018

STRAGE DI CANI E GATTI AVVELENTATI IN ABRUZZO


L'ultimo gatto, dal bel mantello rosso, è stato sepolto proprio l'altro ieri, ucciso da qualche infida trappola avvelenata. La foto postata del corpo dell'animale, posto dal proprietario in una buca nel terreno, dentro una busta con dei fiori, ha destato una certa commozione ma ha anche scatenato proteste e dure reazioni da parte degli esponenti animalisti della Val Vibrata, nella provincia di Teramo.

In modo particolare, a rendere nota tale e preoccupante situazione, è stata ancora Sandra Ciabattoni, storica fondatrice del canile di Alba Adriatica, nel teramano, esponente in passato della Lega a difesa del cane e, comunque, sempre in prima linea per il rispetto dei migliori amici dell'uomo. La stessa, ieri, è tornata a denunciare pubblicamente che nel vicino centro collinare, in contrada Pignotto, si registrano frequenti tentativi di avvelenamenti di cani e gatti, con bocconi contenenti non solo sostanze chimiche tossiche ma anche vetro frantumato e tanti piccoli chiodi.
Le esche lanciate A Controguerra, la vicenda ha già avuto un prologo nei mesi scorsi, quando a un residente del luogo è stato ammazzato il gatto, con una fucilata sparata da un vicino, a cui poi è stata sequestrata l'arma dai carabinieri. «Purtroppo - riferisce la Ciabattoni - la storia contro cani e gatti sembra non cessare, visto che riprende in un'altra zona di Controguerra, in una via in cui ci sono numerose abitazioni private. Gli autori o l'autore di questi gesti ignobili lanciano le loro esche mortali all'interno dei recinti». Il caso emerso, tuttavia, sembra essere l'ultimo di una lunga serie che ha registrato l'uccisione o l'invalidamento di circa una decina tra cani e gatti.