CACCIA: IN TRE ANNI 63 MORTI E 208 FERITI
Roma (23 maggio 2012) - Sono dati impressionanti quelli relativi al triennio 2009-2012 riferiti ai morti ed ai feriti a causa di incidenti di caccia. Nei tre anni i morti sono stati 63 mentre 208 le persone ferite da armi da fuoco (tra i quali anche alcuni minorenni). I dati disaggregati mettono in evidenza che durante la stagione 2009-2010 i morti furono 57 e 58 i feriti, nella stagione venatoria 2010-11 ci sono stati 25 morti e 75 feriti, dato che scende a 11 morti e 75 feriti nel corso della stagione venatoria 2011-2012. Nel corso dell'ultima stagione la stagione più colpita è stata la Sardegna con 3 morti e 12 feriti, seguiti dalla Toscana con due morti e 6 feriti. Appare fin troppo evidente l'alto numero di persone che ogni anno perdono la vita per motivi legati alla caccia dato da nostro punto di vista assolutamente inaccettabile e lo diventa ancora di più inaccettabile quando si scopre che la fascia di età dei responsabili di questi incidenti spesso mortali sono persone che hanno mediamente dai 61 anni in su. Appare evidente che esiste un motivo di sicurezza, specialmente per quanto riguarda il permesso concesso ai cacciatori di attraversare liberamente i fondi atrui, possibilità garantita dall'articolo 842 del codice Civile, ma di per se discutibile in quanto ai cacciatori viene concessa questa violazione della proprietà privata, unico caso in Italia. Vi è infine il problema che riguarda la vicinanza dei luoghi dove vengono usati i fucili e da cui partono gli spari rispetto alle civili abitazioni, ogni anno sono almeno 3.000 le violazioni segnalate alle forze dell'ordine, anche se la stragrande maggioranza rimane impunita. "AIDAA da sempre combatte e condanna la caccia come pratica inutile- ci dice Lorenzo Croce presidente dell'associazione- e distruttuva della natura e dell'eco sistema, ma la questione diventa ancora più grave quando ad andarci di mezzo sono persone che nulla hanno a vedere con la caccia e che vengono prese a fucilate fuori dalle proprie abitazioni ed in alcuni casi ferite a morte. Noi siamo per l'abolizione totale della caccia. ma in attesa di quel giorno riteniamo importante che la pratica venga ulteriormente limitata specialmente nelle concessioni del porto d'armi che per legge può essere concesso perfino a persone prive di un occhio o a cardiopatici congeniti ed ovviamente un abbassamento del limite di età massima per poter cacciare".
Roma (23 maggio 2012) - Sono dati impressionanti quelli relativi al triennio 2009-2012 riferiti ai morti ed ai feriti a causa di incidenti di caccia. Nei tre anni i morti sono stati 63 mentre 208 le persone ferite da armi da fuoco (tra i quali anche alcuni minorenni). I dati disaggregati mettono in evidenza che durante la stagione 2009-2010 i morti furono 57 e 58 i feriti, nella stagione venatoria 2010-11 ci sono stati 25 morti e 75 feriti, dato che scende a 11 morti e 75 feriti nel corso della stagione venatoria 2011-2012. Nel corso dell'ultima stagione la stagione più colpita è stata la Sardegna con 3 morti e 12 feriti, seguiti dalla Toscana con due morti e 6 feriti. Appare fin troppo evidente l'alto numero di persone che ogni anno perdono la vita per motivi legati alla caccia dato da nostro punto di vista assolutamente inaccettabile e lo diventa ancora di più inaccettabile quando si scopre che la fascia di età dei responsabili di questi incidenti spesso mortali sono persone che hanno mediamente dai 61 anni in su. Appare evidente che esiste un motivo di sicurezza, specialmente per quanto riguarda il permesso concesso ai cacciatori di attraversare liberamente i fondi atrui, possibilità garantita dall'articolo 842 del codice Civile, ma di per se discutibile in quanto ai cacciatori viene concessa questa violazione della proprietà privata, unico caso in Italia. Vi è infine il problema che riguarda la vicinanza dei luoghi dove vengono usati i fucili e da cui partono gli spari rispetto alle civili abitazioni, ogni anno sono almeno 3.000 le violazioni segnalate alle forze dell'ordine, anche se la stragrande maggioranza rimane impunita. "AIDAA da sempre combatte e condanna la caccia come pratica inutile- ci dice Lorenzo Croce presidente dell'associazione- e distruttuva della natura e dell'eco sistema, ma la questione diventa ancora più grave quando ad andarci di mezzo sono persone che nulla hanno a vedere con la caccia e che vengono prese a fucilate fuori dalle proprie abitazioni ed in alcuni casi ferite a morte. Noi siamo per l'abolizione totale della caccia. ma in attesa di quel giorno riteniamo importante che la pratica venga ulteriormente limitata specialmente nelle concessioni del porto d'armi che per legge può essere concesso perfino a persone prive di un occhio o a cardiopatici congeniti ed ovviamente un abbassamento del limite di età massima per poter cacciare".