Tre cani uccisi con il veleno per topi nel giro di due anni, l’ultimo caso lo scorso 4 settembre. È successo a una famiglia di Montombraro di Zocca e la signora, Nausicaa Bergamaschi, sta adottando tutti gli accorgimenti possibili affinché questa strage possa avere una fine. Ne possiede ancora tre fra meticci e di razza. Per i primi due uccisi pende una denuncia contro ignoti e per l’ultimo caso è in arrivo. "I nostri cani vivevano nel cortile davanti a casa. Ne avevamo sei. Per i primi due, Penny e Yaya, dall’autopsia eseguita dall’Istituto zooprofilattico di Modena, è risultato che all’interno dell’esofago avevano tracce di veleno per topi. Il 4 settembre, Ares, un Golden Retriever, ha ingerito di certo una polpetta avvelenata. Lo ha accertato l’autopsia: nell’esofago aveva materiale alimentare non identificabile. Per sopprimere gli animali usano questo tipo di veleno – spiega la signora – perché non dà sintomatologie di avvelenamento, come ad esempio bava alla bocca. Lo utilizzano perché passa sembrare una morte naturale". I cani di casa Bergamaschi, fino ad ora, hanno vissuto nel cortile circondato da una recinzione che non permette visibilità dalla strada. "Probabilmente il loro abbaiare ha infastidito qualcuno. Ora ho installato tre telecamere nel giardino e di notte i cani li portiamo in casa".