TRENTO. Il Tar di Trento dà ragione alla Provincia: i due lupi della Lessinia potranno essere abbattuti. L'ordinanza, sottoscritta lo scorso 24 luglio dal presidente Fugatti, era stata sospesa in via cautelare sino al 14 settembre, in attesa del Tar, che aveva rinviato l'udienza collegiale alla giornata odierna. Il Tribunale Amministrativo Regionale si è espresso allo stesso modo del Consiglio di Stato che, alcune settimane or sono, aveva dichiarato improcedibile il ricorso presentato da Lav, Lndc e Wwf.
L'ordinanza di abbattimento era stata giustificata con l'elevato numero di predazioni nella zona di Malga Boldera, sita all'interno del comune di Ala (proprietario del terreno) e gestita dalla società di allevatori locali. La superficie da pascolo si estende su 64 ettari sul versante trentino dei Monti Lessini, al confine con la provincia di Verona. Sedici sono state le vitelle uccise l'inizio di giugno e il 24 luglio, oltre a due asini. Il recinto realizzato dagli allevatori, alto sino a 1,70 metri con sette fili elettrificati ad alto voltaggio e un perimetro di 3 chilometri, non è bastato per fermare le scorribande notturne dei lupi
Il testo del decreto spiegava perché s'intendeva procedere con l'abbattimento e non con la cattura e la custodia permanente dei due esemplari con riferimento "a tempi e difficoltà tecniche di realizzazione in breve tempo".
"La cattura di due esemplari di lupo tecnicamente potrebbe essere realizzata tramite il posizionamento di lacci, oppure tramite telenarcosi in free ranging - questo il testo - ma tali modalità non possono essere applicate nel contesto spaziale in parola e in tempi ragionevoli, vista la difficoltà tecnica oggettiva della messa in atto di tali metodi di cattura e la loro aleatorietà, oltre il fatto che il prelievo tramite cattura non avrebbe quell'effetto di condizionamento sui lupi rimanenti nel branco, mancando il il nesso temporale e causale diretto tra l'attività di predazione sul bestiame e la rimozione contestuale del lupo che la pratica". Sottolineando, poi, l' "urgenza d'intervenire per arginare il ripetersi dei danni".