Treviso (16 maggio 2016) - A detta dei vicini di casa, il diciassettenne di un paese della provincia di Treviso che ha ucciso a calci il povero capriolo ferito è "un bravo ragazzo molto premuroso con i vicini e con i suoi nonni", premuroso sicuramente, pietoso, visto come ha trattato il capriolo ammazzandolo a calci nonostante il povero animale ferito "implorasse con gli occhi di non essere ucciso" per dirla con le parole di uno dei presenti. Ma tant'è il bravo ragazzo premuroso con i vicini è altrettanto premuroso con lo stesso nonno e con il padre entrambi cacciatori che gli hanno insegnato ad ammazzare a calci un animale ferito, modo da lui candidamente dichiarato ai carabinieri dopo che lo hanno colto in flagranza mentre prendeva a calci un animale giovane a terra e per giunta ferito in maniera grave. Che i cacciatori siano dei violenti non mi stupisce, mi stupisce invece che nessuna voce si leva ad accusare questo piccolo delinquente di periferia, lui cosi tanto premuroso con i vicini, ma altrettanto vigliacco e spietato da ammazzare un animale a terra ferito colpendolo a calci alla testa. Per lui spero la galera, e nella galera la sofferenza detta di chi "raccoglie la saponetta in doccia".