mercoledì 4 marzo 2015

LIBRO. EBREI: IL MAIALE E' IL NOSTRO MAESTRO

RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO QUESTA RECENSIONE DEL LIBRTO DI VALENTINA SERENI E DELFINA FIU SUL RAPPORTO TRA ANIMALI ED EBREI. 
Sull’ebraismo e lo sfruttamento degli animali: un nuovo libro ne analizza le problematiche.

Mette in discussione molte nostre certezze il bellissimo libro “IL MAIALE È IL NOSTRO MAESTRO. Animali ed Ebrei un rapporto lacerato” di Valentina Sereni e Delfina Piu.
Inserendosi nel dibattito aperto da Expo 2015 sui temi del cibo e dell’uso delle risorse, il libro evidenzia come problema centrale il rapporto ormai degradato tra uomini e animali, indicando nello sfruttamento intensivo di questi, e più in generale nella concezione antropocentrica del mondo, la radice ultima dei disastri ambientali e sociali che stanno investendo il pianeta.
Strutturato in 6 capitoli, con un’articolata ed illuminante introduzione di Massimo Pieri e un poderoso apparato di citazioni e note esplicative, il libro nelle sue 241 pagine affronta questo tema alla luce della tradizione ebraica attingendo da essa in modo profondo e spregiudicato, come nessuno ha fatto da moltissimo tempo.
Attaccando senza compromessi interi filoni di pensiero che, rifacendosi ad una concezione utilitaristica, hanno permesso di infliggere agli animali sofferenze senza limiti anche all’interno della tradizione, il libro con cognizione cerca di riportare nell’alveo della Torà il rapporto tra uomini ed animali, attraverso una rilettura delle fonti che dimostra che l’uomo non è la corona del creato e che non esiste gerarchia nella rete trofica, energetica e della giustizia che connette fra loro tutte le creature.
Il concetto stesso di kasherut viene esteso, per includere il rispetto di tutti i precetti che riguardano il benessere degli animali e non solo la shekità. Precetti che seppur chiaramente indicati nei testi vengono oggi trascurati o aggirati in nome dell’utilitarismo.
Muovendosi da una prospettiva inedita il libro individua comunque nell’ebraismo e nella Torà la chiave per trovare una via d’uscita ad una situazione apparentemente disperata. Con una visione quasi messianica, gli ebrei, che posseggono le regole della giustizia sociale ed ambientale, vengono invitati a recuperare il vincolo originario che, nella Torà, lega il popolo ebraico agli animali e a tutte le creature viventi, dando in tal modo l’esempio di un comportamento giusto e misericordioso nei confronti di tutto il creato.
Moltissimi gli spunti di discussione sui grandi temi della scienza e dell’ecologia contemporanea, il libro affronta in modo originale e critico il grande ed epocale dibattito sulle biotecnologie. Un testo, dunque, che attraversa in modo olistico diversi temi dell’attualità e della tradizione, collegando fra loro concetti apparentemente lontani per ricomporre una visione di armonia perduta.
Una lettura impegnativa, ma densa di elementi di riflessione, che non mancherà di sollevare discussioni e dibattiti all’interno del mondo ebraico e fuori da esso. Discussioni che auspico fortemente perché da tempo non si udiva una voce così nuova ed originale in un momento in cui negli ambienti internazionali, i movimenti vegetariani, vegan ed animalisti, anche ebraici, ai quali l’opera si ispira, sono in grandissima crescita, quando la salvaguardia delle specie viventi è all’ordine del giorno nei principali negoziati e anche il riconoscimento dei diritti degli animali e del loro benessere è una questione sempre più discussa e di sempre maggiore rilievo.
Mario Fuà
Gherush92 Committee for Human Rights