RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO QUESTA RECENSIONE DEL LIBRTO DI VALENTINA SERENI E DELFINA FIU SUL RAPPORTO TRA ANIMALI ED EBREI.
Sull’ebraismo
e lo sfruttamento degli animali: un nuovo libro ne analizza le
problematiche.
Mette
in discussione molte nostre certezze il bellissimo libro “IL
MAIALE È IL NOSTRO MAESTRO.
Animali ed Ebrei un rapporto
lacerato” di Valentina
Sereni e Delfina Piu.
Inserendosi
nel dibattito aperto da Expo 2015 sui temi del cibo e dell’uso
delle risorse, il libro evidenzia come problema centrale il rapporto
ormai degradato tra uomini e animali, indicando nello sfruttamento
intensivo di questi, e più in generale nella concezione
antropocentrica del mondo, la radice ultima dei disastri ambientali e
sociali che stanno investendo il pianeta.
Strutturato
in 6 capitoli, con un’articolata ed illuminante introduzione di
Massimo Pieri e un poderoso apparato di citazioni e note esplicative,
il libro nelle sue 241 pagine affronta questo tema alla luce della
tradizione ebraica attingendo da essa in modo profondo e
spregiudicato, come nessuno ha fatto da moltissimo tempo.
Attaccando
senza compromessi interi filoni di pensiero che, rifacendosi ad una
concezione utilitaristica, hanno permesso di infliggere agli animali
sofferenze senza limiti anche all’interno della tradizione, il
libro con cognizione cerca di riportare nell’alveo della Torà
il rapporto tra uomini ed animali, attraverso una rilettura delle
fonti che dimostra che l’uomo
non è la corona del creato e che non esiste gerarchia nella rete
trofica, energetica e della giustizia che connette fra loro tutte le
creature.
Il
concetto stesso di kasherut
viene esteso, per includere il rispetto di tutti i precetti che
riguardano il benessere degli animali e non solo la shekità.
Precetti che seppur chiaramente indicati nei testi vengono oggi
trascurati o aggirati in nome dell’utilitarismo.
Muovendosi
da una prospettiva inedita il libro individua comunque nell’ebraismo
e nella Torà
la chiave per trovare una via d’uscita ad una situazione
apparentemente disperata. Con una visione quasi messianica, gli
ebrei, che posseggono le regole della giustizia sociale ed
ambientale, vengono invitati a recuperare il vincolo originario che,
nella Torà,
lega il popolo ebraico agli animali e a tutte le creature viventi,
dando in tal modo l’esempio di un comportamento giusto e
misericordioso nei confronti di tutto il creato.
Moltissimi
gli spunti di discussione sui grandi temi della scienza e
dell’ecologia contemporanea, il libro affronta
in modo originale e critico il grande ed epocale dibattito sulle
biotecnologie. Un testo,
dunque, che attraversa in modo olistico diversi temi dell’attualità
e della tradizione, collegando fra loro concetti apparentemente
lontani per ricomporre una visione di armonia perduta.
Una
lettura impegnativa, ma densa di elementi di riflessione, che non
mancherà di sollevare discussioni e dibattiti all’interno del
mondo ebraico e fuori da esso. Discussioni che auspico fortemente
perché da tempo non si udiva una voce così nuova ed originale in un
momento in cui negli ambienti internazionali, i movimenti
vegetariani, vegan ed animalisti, anche ebraici, ai quali l’opera
si ispira, sono in grandissima crescita, quando la salvaguardia delle
specie viventi è all’ordine del giorno nei principali negoziati e
anche il riconoscimento dei diritti degli animali e del loro
benessere è una questione sempre più discussa e di sempre maggiore
rilievo.
Mario Fuà
Gherush92 Committee for Human
Rights