sabato 13 gennaio 2018

NOI STIAMO CON IL CARACAT (E CON CHI LO STA DIFENDENDO)

Riportiamo il comunicato dello studio Legale Sutti che segue gratuitamente la vicenda del Caracat sottoposto a sequestro. AIDAA ritiene che il caracat deve tornare a casa sua a terminare la convalescenza.

DALLA PAGINA DELLO STUDIO LEGALE SUTTI

In una tragica storia italiana, ieri mattina giovedì 11/01/2018 i carabinieri hanno effettuato un accesso forzoso presso l’appartamento milanese di Anelia Kancheva, cittadina europea di origine bulgara, dove vivono anche le figlie di tredici e quindici anni, con un decreto a firma del Dr. Eugenio Fusco della procura della repubblica di Milano, di perquisizione dell’abitazione e di sequestro di Grum, il gatto della malcapitata, così che lo stesso venisse rimosso, momentaneamente rinchiuso in qualche struttura pubblica, e con tutta probabilità avviato ad esiti letali. Il crimine del gatto? Avere nel suo DNA un quarto di sangue di caracal, cosa che lo qualifica come un “caracat”. Ora, il cucciolo è stato come tale regolarmente acquistato sei mesi fa da un allevamento nella repubblica ceca che l’ha vaccinato, certificato, munito di passaporto e chip sottopelle secondo la normativa della Unione Europea. Ha passato indisturbato le sue prime vacanze all’aperto in Bulgaria, e successivamente è stato trasferito in Italia per subire un delicato intervento chirurgico presso la clinica San Francesco, dopo essere normalmente e apertamente atterrato a Milano; identificato dalle autorità di frontiera; e regolarmente importato per subire le suddette cure veterinarie urgenti. Ma in un paese in cui qualsiasi essere umano, anche certamente pericoloso, accampando ragioni opinabili può penetrare più o meno liberamente, e resta a piede libero sino alla decisione della sua posizione, decisione cui difficilmente conseguono comunque conseguenze pratiche, il sistema si dimostra cieco rispetto al fatto che la sua vittima qui sia molto più piccola di un gatto savannah, e molto meno aggressiva di qualsiasi cane da difesa, ed applica implacabilmente una normativa, incerta sia nella sua portata che nella sua legittimità, che oggi ne mette in pericolo la sopravvivenza dopo che è stato lasciato entrare nel territorio italiana con la speranza invece di potervi ricevere le cure necessarie! Solo l’intervento urgente dei legali dello Studio Legale Sutti, che si sono messi immediatamente a disposizione pro bono per tutelare gli interessi dell’animale, ha consentito per il momento di ottenere che il veterinario intervenuto desse indicazioni per la custodia temporanea dell’animale, che è tuttora in convalescenza e deve seguire una dieta strettissima, anziché in qualche gabbia gelida in cui l’animale sarebbe se non altro probabilmente morto di crepacuore, presso la clinica veterinaria dove è già stato operato. Ma per la guarigione e il benessere psicofisico di Grum è essenziale che lo stesso torni a casa dalle cure amorevoli della famiglia in cui è cresciuto, almeno sino a che sarà decisa la questione se lo stesso possa definitivamente restare in Italia, e a questo fine saranno poste in essere tutte le iniziative legalmente possibili per sensibilizzare le autorità preposte e il pubblico ad una situazione che non è meno paradossale per il fatto di coinvolgere “solo un cucciolo”.