Casina Un gattino di appena sei mesi, Kiko, è stato ritrovato in fin di vita, riverso in una pozza di sangue, sabato scorso fuori da un’abitazione in via della Fabbrica a Casina. Sulla base degli elementi rivelati dalle radiografie, sembrerebbe essere stato picchiato. Un fatto drammatico che, se confermato, riaccenderebbe i riflettori sull’ennesimo caso di violenza nei confronti degli animali, fenomeno purtroppo in crescita in tutta Italia e che continua a destare forte preoccupazione.
Al rientro dal turno di lavoro la padrona del cucciolo non avrebbe mai immaginato di trovarsi di fronte a una scena simile: davanti alla porta di casa, Kiko giaceva agonizzante. In un primo momento, colta dal panico e dal dolore, ha pensato a un tragico incidente stradale, a un’auto che lo aveva investito e non si era fermata a prestare soccorso. Senza perdere tempo, lo ha avvolto in una coperta e si è precipitata presso l’ambulatorio veterinario del paese. La diagnosi ha purtroppo confermato i peggiori timori: le radiografie hanno mostrato due costole rotte, un apparato urinario gravemente danneggiato e segni compatibili con un pestaggio.
Non si tratterebbe dunque di un investimento, ma di un atto deliberato di violenza. «Non abbiamo parole per esprimere il nostro dolore», commenta la figlia della donna, la 18enne Pamela Degermeni. «Siamo distrutti, la paura di perderlo è stata tanta. Non ci aspettavamo certo una violenza del genere contro un animale educato come il nostro, che non ha mai infastidito nessuno nel vicinato». Kiko, adottato solo pochi mesi prima, aveva già alle spalle una storia difficile. Era stato infatti salvato da condizioni di maltrattamento e abbandono: era malnutrito, con un evidente blocco della crescita e un carattere compromesso da esperienze traumatiche. Terrorizzato da ogni minimo rumore, diffidente verso le persone, faticava ad adattarsi alla nuova vita, nonostante l’affetto e le cure della sua nuova famiglia. Fortunatamente, dopo giorni di cure e preoccupazioni, il gattino è stato dichiarato fuori pericolo. Ritornato a casa, sta affrontando un difficile percorso di riabilitazione, poiché le lesioni subite lo hanno reso temporaneamente incapace di muoversi autonomamente. La famiglia, pur tra le difficoltà, non smette di stargli accanto, con la speranza che con il tempo e la fisioterapia possa recuperare almeno in parte le sue capacità motorie.