Più volte protagonista di video che hanno documentato le sue scorribande in città alla ricerca di cibo, Juan Carlito è un orso bruno marsicano che fino a qualche mese fa aveva stabilito il suo domicilio a Roccaraso. Qui era sicuro di sfamarsi facilmente rovistando nei cassonetti dei rifiuti, entrando nei pollai, addirittura mangiando cibo offerto dagli stessi abitanti, lasciato a portata di mano pur di strappargli una foto o un video. Ormai trasferito da Roccaraso in un’area isolata del Parco Nazionale d’Abruzzo, Juan Carlito - in codice M20 - è uno dei 70 orsi bruni marsicani, una sottospecie unica al mondo che vive nell’Appennino centro-meridionale, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nella Maiella, nel Sirente-Velino e nelle Riserve di Monte Genzana e Alto Gizio.
I rischi di un’eccessiva confidenza
Il problema di Juan Carlito - e di altri orsi come lui - è che è eccessivamente abituato alla presenza dell’uomo. Ha un atteggiamento confidente, il che sovverte la regola base della coesistenza orso-uomo fondata sul tenersi a debita distanza. Non farlo può creare una serie di conflitti e problemi che nel caso dell’orso aggravano le minacce già esistenti: bracconaggio, avvelenamenti, incidenti legati alla frammentazione dell’habitat. Per l’uomo - a parte il rischio di aggressioni, molto limitato ma certo non nullo - l’eccessiva confidenza produce danni all’agricoltura, al bestiame, all’apicoltura.
“Il vero amico dell’orso è chi si tiene a distanza. Purtroppo le persone quando vedono aggirarsi un orso nelle strade di un paese pensano di avere a che fare con un animale domestico e osano molto di più rispetto a quello che farebbero avvistandolo in un bosco. Da parte sua l’orso pur andando volontariamente nel centro abitato perché recupera facilmente cibo, si trova comunque a vivere una situazione di forte stress”, precisa Giovanna Di Domenico, una biologa che da molti anni studia gli orsi.
Le regole della coesistenza
Nel caso dell’orso bruno marsicano la coesistenza è particolarmente sfidante essendo l’Appennino un ambiente fortemente antropizzato. In media una femmina di orso bruno marsicano per vivere ha bisogno di muoversi in un'area di circa 140 chilometri quadrati, un maschio quasi il doppio. Il che rende inevitabile che un centro abitato rientri nel territorio di un orso.
In particolare il Parco nazionale della Maiella è un’area di espansione dell’orso marsicano. Le interazioni uomo-orso sono dunque sempre più frequenti: perciò il Parco sta realizzando con il Wwf il Life ARCPROM - “Bentornato Orso gentile”, un progetto italo-greco finanziato dall’Unione Europea per migliorare la coesistenza tra le due specie attraverso la comunicazione, il dialogo con il territorio e la prevenzione delle situazioni di potenziale conflitto.
Alla base del progetto la consapevolezza che la presenza degli orsi non è incompatibile con quella dell’uomo a patto di trovare un giusto equilibrio e di rispettare una sorta di decalogo: un pacchetto di regole e di comportamenti per evitare contatti troppo ravvicinati. Tentare di spingere l’orso a giocare come un animale da compagnia comporta un rischio per gli esseri umani e il probabile abbattimento per motivi di sicurezza per l’orso.
Tra le regole: prevenire gli eccessi di confidenza dell’animale verso l’uomo proteggendo campi coltivati, orti, pollai e cassonetti dei rifiuti in modo da non rendere i centri abitati dei veri supermarket. Importante anche ridurre il disturbo dovuto alla presenza dell’uomo nelle aree in cui l’orso si nutre e riposa. Infine è necessario proteggere con adeguate misure il bestiame, le coltivazioni, gli alveari.
Un premio per apicoltori e agricoltori
Si tratta dunque di riscrivere correttamente il rapporto uomo orso. Per farlo il Parco della Maiella ha presentato, nella Giornata dei parchi che si festeggia il 24 maggio, "Bear Friendly", un marchio a disposizione degli apicoltori e degli agricoltori che adottano tecniche e comportamenti per favorire la tutela dell’orso, della biodiversità e dell’ecosistema, mantenendo al tempo stesso un equilibrio con le esigenze produttive del territorio.
"Bear Friendly" è un riconoscimento per i produttori che operano nei Comuni dell’area protetta evitando situazioni di conflitto con l’orso. Il progetto premia gli apicoltori che nella loro attività proteggono gli alveari dai danni da orso, così come gli agricoltori che coltivano varietà locali o utilizzano metodi di produzione biologica, contribuendo alla tutela della biodiversità, fondamentale per la vita dell’orso.
“Apicoltori e agricoltori”, spiega Luciano Di Martino direttore del Parco della Maiella, “hanno lavorato assieme al Parco e al Wwf e hanno dedicato con passione il loro tempo alla stesura del disciplinare, mostrando entusiasmo nei confronti di questa iniziativa che permette di migliorare l’immagine dell’impresa attraverso un premio che riconosce gli sforzi messi in atto, volontariamente, per trovare un giusto equilibrio tra le esigenze produttive e il mantenimento delle risorse naturali a cui sono legati".