lunedì 9 novembre 2020

OPERAZIONE ANTIBRACCONAGGIO. 130 DENUNCIATI TRA LE PROVINCIE DI BRESCIA E BERGAMO

 Operazione anti bracconaggio dei carabinieri forestali a cavallo tra le province di Brescia e di Mantova, considerate con Bergamo i punti caldi della caccia di frodo italiana ed inserite nel piano d’azione nazionale anti illeciti contro gli uccelli selvatici.

Impegnati 50 militari del Soarda (Sezione operativa antibracconaggio e reati in danni agli animali) che hanno effettuato un capillare controllo del territorio, con appostamenti diurni e notturni. Sono state 130 le persone denunciate con 77 fucili sequestrati. In particolare spiccano i circa 900 dispositivi di cattura illegale e gli oltre 3.800 uccelli recuperati, di cui 840 vivi, tra cui numerose specie particolarmente protette, tutti catturati o abbattuti in modo illecito da bracconieri locali.

Qualche esempio di cosa si presenta agli occhi dei forestali? 250 uccelli sono stati trovati all’interno di un casolare abbandonato nel comune di Monticelli Brusati (Brescia), tutti sprovvisti di anelli identificativi.
Padre e figlio minorenne, abitanti a Casto, usavano due reti e sparavano da un rustico con un fucile ad aria compressa. Numerosi archetti sono stati individuati sopra Lavenone; un  bracconiere di Govine di Pisogne usava la gabbia trappola; un cacciatore di Gardone Valtrompia teneva come richiami dei sordoni in gabbia; ad Acquebone di Artogne un bracconiere è stato identificato e denunciato dopo molti appostamenti a vuoto.
E cosa dire dei due giovani cacciatori della Valsabbia che, in compagnia del figlio di uno di loro, sparavano ai fringuelli attirandoli con un richiamo elettroacustico e avevano chiesto al bambino di nascondere i capi abbattuti per evitare la denuncia?
Infine va ricordato l’ex trafficante di cocaina che metteva le trappole sul Maniva.