Anche per quest’anno la caccia è finita. Gli animali selvatici scampati a questi cinque mesi di piombo possono tirare un sospiro di sollievo, ma non solo loro. Anche noi possiamo tornare a passeggiare per boschi e colline senza correre il rischio di essere uccisi o feriti dai cacciatori. Come sempre, la stagione venatoria appena conclusa lascia dietro di sé una lunga scia di sangue e ci spinge una volta ancora a chiederci come sia possibile che le istituzioni consentano a una percentuale irrisoria della popolazione, che comprende persone in grado di scambiare un uomo a cavallo per un cinghiale e sparargli, di fare il bello e il cattivo tempo e di tenere in scacco quasi il 99 per cento degli italiani.
Le vittime della caccia
L’associazione Vittime della caccia (Avc), come ogni anno, ha pubblicato il suo dossier sui morti e feriti per armi da caccia. Nel corso della stagione venatoria 2019/20 sono state uccise 27 persone e 67 sono state ferite, per un totale di 94 vittime. Rispetto lo scorso anno, in cui si erano registrati 21 morti e 51 feriti, si è dunque verificato un incremento delle vittime.
FONTE ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA