domenica 9 settembre 2018

LA PROVINCIA DI SONDRIO STOPPA GLI ABBATTIMENTI DI CINGHIALI

Gestione del cinghiale sul territorio della provincia di Sondrio, si cambia. Cambia le regole determinate in precedenza l’amministrazione di palazzo Muzio, che d’ora in avanti non si avvarrà più anche dei cacciatori di ungulati, come è stato fatto per alcune stagioni venatorie di recente e in modo sperimentale per contrastare l’invasivo suide.
Ieri, vigilia dell’apertura della caccia, con una comunicazione firmata dal presidente Luca Della Bitta, l’ente Provincia ha reso note decisioni a riguardo, e ci sono delle novità. «Sui cinghiali e sulla loro gestione sul territorio - ha chiarito l’ente - riprendiamo a utilizzare esclusivamente le metodologie e i criteri che hanno ispirato lungamente la nostra azione». Lo stop è al supporto dei cacciatori per il “contenimento selettivo”. «Da sempre - ha chiarito la nota firmata dal presidente Della Bitta - l’amministrazione provinciale interviene in merito alla gestione del cinghiale sul territorio attraverso il controllo selettivo, previsto dall’articolo 41 della legge regionale 26/93. Tale modalità ben diversa dalla caccia e gestita dalla Provincia con il supporto operativo di personale appositamente formato ed abilitato, ha permesso negli anni di contrastare l’aumento del cinghiale, ed addirittura di diminuirne la presenza in molte zone, come dimostra il trend negativo dei danni procurati da questo ungulato perlomeno nelle nostre aree, all’agricoltura e all’ambiente. A questa modalità di intervento - viene però precisato - è stata affiancata, per alcuni anni e a titolo sperimentale, una forma di collaborazione con i cacciatori di ungulati, che dava loro la possibilità di cacciare il cinghiale qualora incontrato durante la normale attività venatoria agli altri ungulati. Dall’analisi delle modalità operative messe in atto dall’amministrazione e dei risultati raggiunti - è stato a questo punto sottolineato - restiamo però, sempre più convinti che il controllo diretto svolto da noi e normato dalla legge regionale, sia il sistema migliore, se non l’unico, per raggiungere l’obiettivo della riduzione del cinghiale sul territorio».
Affermazione che viene presentata con riferimenti e verifiche. «Un’evidente dimostrazione di questo, è che nelle zone dove si cerca di intervenire nel contrasto al cinghiale attraverso l’attività venatoria, la densità del suide ed i danni da esso provocati sono notevolmente aumentati, fino a diventare “un’emergenza”».