sabato 17 maggio 2014

QUELLE CHE CON LA GHEZZI FACEVANO AFFARI


QUELLE CHE CON LA GHEZZI FACEVANO AFFARI

Ora tutti a stracciarsi le vesti, ora tutti contro Roberta Ghezzi, la donna di Busto Arsizio che è stata condannata per detenzione di 13 cani, 4 gatti e 4 testuggini in condizioni non idonee (ma non per maltrattamento in quanto chi ha effettuato il sequestro nel 2012 si è ben guardato dal contestargli la violazione dell'articolo 544 del codice penale), Noi da subito, e prima di tutti gli altri eravamo certi della colpevolezza della donna, non solo dopo aver visionato le fotografie in cui appariva evidente che quei poveri animali vivevano in condizioni assolutamente inadatte e fuori da ogni minima regola di igiene ma da prima, da quanto l'abbiamo conosciuta, da quando l'ho conosciuta personalmente ad un party voluto dall'associazione VITA- UNA ZAMPA PER LA SPAGNA l'associazione guidata da Claudia Conte e Giuliana Poletti che si occupa di “salvare” i cani della Spagna dalle Perreras e che non ha mai presentato un bilancio regolare negli anni in cui raccoglieva migliaia, anzi centinaia di migliaia di euro di donazioni e che a chi ne chiede conto risponde minacciando querele. Bene in quell'occasione presso un Bar di Vanzago la Conte e la Poletti mi presentarono la Ghezzi come una delle loro volontarie più affidabili, a cui davano in stallo i cani salvati dalla Spagna che finivano nelle mani di un'altra aguzzina peggiore di quelli delle Perreras spagnole. 
Ci parlai un poco con questa signora che mi chiedeva aiuto per i suoi cani che diceva essere maltratti ma che lei stessa maltrattava, non avendo al momento prove di quanto si vociferava nei corridoi del mondo animalista, lasciai cadere la conversazione ed i rapporti diretti con la donna di Busto Arsizio finirono li, anzi no.. tempo dopo mi chiese aiuto telefonico, ricevendo una rispostaccia dal sottoscritto, per dei cani che gli erano stati affidati a suo dire da alcune volontarie che li avevano salvati dalla Romania, non approfondii la questione in quanto la Ghezzi era per me oramai assolutamente inaffidabile e con lei lo erano diventate le megere dell'associazione dei cani spagnoli, che mentre perdevano il loro tempo cercando di fare le scarpe a me, incassavano i quattrini delle manifestazioni senza mai rendere conto di come sono stati spesi quei soldi, e cosa ancora peggiore vendevano le firme raccolte per i cani spagnoli ad un organizzazione che si definisce animalista che le ha usate per farsi un po di pubblicità a livello europeo (fotografie) per poi dimenticarsi delle centomila firme raccolte che non si sa dove siano finite, e non poteva essere diversamente visto che io stesso mi ero rifiutato di consegnarle al Parlamento Europeo in quanto prive di un qualsivoglia documento accompagnatorio. Avevano preso in giro 110.000 italiani la Poletti e le sue complici ma di questo avremo modo di parlare in un altro momento. Torniamo alla Ghezzi. Dopo il sequestro avvenuto nel febbraio del 2012 si pensava che la nostra torturatrice di animali si mettesse in disparte, ma non fu cosi, infatti la vediamo spuntare nientemeno che al fianco di Michela Brambilla nella battaglia di Green Hill, tutti noi a spiegare alla deputata berlusconiana che vive spandendo balle sul suo impegno animalista (e non si fa processare per aver usato gli elicotteri di stato per andare a trovare il suo fidanzato al mare) che la Ghezzi forse non era il caso di portarla con se nelle delegazioni ufficiali (vedi le foto) del movimento no green-hill che incontravano al ministero e da Formigoni per perorare la causa della chiusura del lager di Montichiari. Ma tant'è la Ghezzi era in quelle delegazioni e si spacciava per il braccio destro della signora Brambilla che ovviamente ora che è stata condannata ha visto bene di far sparire tutte le foto che le ritraggono insieme, tranne quelle che abbiamo noi e che pubblichiamo qui. Da ultimo alcuni mesi orsono la Ghezzi era tornata in auge con una piccola truffa per dei cani fintamente liberati. Roba di piccolissimo cabotaggio... Poi la condanna e speriamo anche il silenzio definitivo. Ma quello che mi preme in chiusura a questa amara ricostruzione è sottolineare che la Ghezzi non è certo uno stinco di santo, ma coloro che con lei hanno fatto affari, spartito soldi, dato cani in stallo, e tutto il resto, sono colpevoli come lo è lei, sono complici di una torturatrice di animali, anche se a livello diverso i complici hanno dei nomi precisi, dei quali vi prego di ricordarvi quando dovete parlare di animalismo e di truffatori tenendo ben distinte le due categorie.
Lorenzo Croce