Nuovi rilievi della scientifica nell’appartamento di Acerra (Napoli) dove nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio scorsi è stata aggredita dal pitbull di famiglia la piccola Giulia Loffredo, la bimba di nove mesi morta poco dopo. Rilievi durati quasi otto ore e mezza, e che serviranno a chiarire alcuni tra i tanti dubbi sollevati dai racconti del papà Vincenzo, indagato per omicidio colposo per la mancata vigilanza e custodia del cane. L’uomo, nel pronto soccorso della clinica dove aveva portato la piccola insanguinata, aveva raccontato di un’aggressione da parte di un cane randagio in strada. Versione poi cambiata davanti alla polizia, ai quali aveva detto che la figlioletta dormiva con lui sul lettone e di non essersi accorto di nulla, in quanto addormentatosi a sua volta. L’uomo aveva spiegato di aver trovato la bimba a terra riversa in una pozza di sangue e di aver intuito che ad aggredire la piccola Giulia era stato Tyson, il pitbull di casa. Il sangue, però, non è stato trovato nel corso dei sopralluoghi effettuati mercoledì scorso, sollevando ulteriori dubbi che lo stesso Vincenzo vuole chiarire e ha infatti presentato un’istanza per farsi interrogare. I rilievi effettuati ieri potrebbero servire a capire dove la bambina sia stata aggredita, e se sono ancora presenti tracce di sangue che fughino ogni dubbio sul racconto del papà, risultato positivo all’hashish. La scientifica ha portato via qualche oggetto tra cui un guinzaglio di uno dei due cani. Si attendono l’esito degli esami sui campioni delle feci dei cani per verificare la presenza di residui organici della piccola e dell’autopsia che servirà a capire se Giulia sia morta per le gravi ferite riportate dall’aggressione del cane.