OGNI ANNO UCCISI IN CASA ALMENO 30.000 CANI
Roma (20 NOVEMBRE 2012) - 30.000 Cani uccisi dai loro stessi padroni perché ritenuti “indesiderati” , molti dei quali esemplari appartenenti a “cucciolate”. I dati sono stati diffusi da AIDAA, Associazione italiana difesa animali e ambiente, che denuncia come non solo l’abbandono e l’avvelenamento mettano a rischio la salute di questi animali, questi sono i dati relativi al 2011.
Dei molti casi di maltrattamento che tutti i giorni vedono protagonisti i cani e altri animali domestici, ben oltre il 40% sembrano fare riferimento agli stessi padroni. Il fenomeno è diffuso soprattutto nel Centro e Sud Italia, ma anche al Nord nelle regioni Veneto, Lombardia (nella zona est rappresentata dalla provincia di Brescia) e in Emilia. Le aree con i valori più alti di violenza sugli animali domestici sono quelle rurali e agricole, maggiormente dedite alla pastorizia e alla caccia.
Pastorizia e caccia sono il motivo per cui un numero così alto di cani ogni anno viene abbattuto o lasciato morire. Un cane da pastore malato o semplicemente troppo vecchio per assolvere al proprio compito “abituale” viene trattato come un oggetto, abbandonato o lasciato morire perché non più utile.
Discorso simile, se possibile ancor più crudele, quello fatto da alcuni cacciatori. Sono cuccioli l’80% dei cani che subiscono queste violenze da parte dei loro padroni, che non li giudicano “idonei” all’attività di caccia e per questo motivo li sopprimono secondo i dati diffusi dalle stesse associazione venatorie negli ultimi 3 anni sono stati 7.500 i cani uccisi a fucilate dai loro stessi padroni. Altra ragione per un numero così alto di maltrattamenti è l’importazione illegale dall’estero, che vede spesso coinvolti animali già malati, destinati alla soppressione qualora non venissero venduti.
Roma (20 NOVEMBRE 2012) - 30.000 Cani uccisi dai loro stessi padroni perché ritenuti “indesiderati” , molti dei quali esemplari appartenenti a “cucciolate”. I dati sono stati diffusi da AIDAA, Associazione italiana difesa animali e ambiente, che denuncia come non solo l’abbandono e l’avvelenamento mettano a rischio la salute di questi animali, questi sono i dati relativi al 2011.
Dei molti casi di maltrattamento che tutti i giorni vedono protagonisti i cani e altri animali domestici, ben oltre il 40% sembrano fare riferimento agli stessi padroni. Il fenomeno è diffuso soprattutto nel Centro e Sud Italia, ma anche al Nord nelle regioni Veneto, Lombardia (nella zona est rappresentata dalla provincia di Brescia) e in Emilia. Le aree con i valori più alti di violenza sugli animali domestici sono quelle rurali e agricole, maggiormente dedite alla pastorizia e alla caccia.
Pastorizia e caccia sono il motivo per cui un numero così alto di cani ogni anno viene abbattuto o lasciato morire. Un cane da pastore malato o semplicemente troppo vecchio per assolvere al proprio compito “abituale” viene trattato come un oggetto, abbandonato o lasciato morire perché non più utile.
Discorso simile, se possibile ancor più crudele, quello fatto da alcuni cacciatori. Sono cuccioli l’80% dei cani che subiscono queste violenze da parte dei loro padroni, che non li giudicano “idonei” all’attività di caccia e per questo motivo li sopprimono secondo i dati diffusi dalle stesse associazione venatorie negli ultimi 3 anni sono stati 7.500 i cani uccisi a fucilate dai loro stessi padroni. Altra ragione per un numero così alto di maltrattamenti è l’importazione illegale dall’estero, che vede spesso coinvolti animali già malati, destinati alla soppressione qualora non venissero venduti.