mercoledì 8 febbraio 2012

CASO ROBERTA GHEZZI: GLI ULTIMI (CLAMOROSI) SVILUPPI


CASO ROBERTA GHEZZI: GLI ULTIMI (CLAMOROSI) SVILUPPI

La vicenda del sequestro dei cani di Roberta Ghezzi a Busto Arsizio assume ogni momento dei contorni nuovi  e francamente un poco inquietanti. Lasciando perdere quelle che sono le diverse posizioni mi limito a citare i fatti di cui sono venuto a diretta conoscenza in questi giorni e per i quali vale la pena aprire una seria riflessione. Partiamo da ieri pomeriggio quando ricevo una telefonata di un signore che conosce molto bene da vicino la situazione pregressa. Parlando scopro che la signora Roberta era gia nota alle forze dell’ordine in quanto negli anni scorsi contro la sua persona erano state presentate diverse segnalazioni, ma anche una denuncia e un esposto sulla maltenuta dei suoi cani, a dire delle persone che mi hanno contattato la denuncia e l’esposto (anzi due esposti inviati a due diversi sindaci di Busto Arsizio nell’arco di 15 anni tra cui l’ultimo all’attuale sindaco Gigi Farioli) non avevano sortito effetti, ma era noto a tutti che la signora in questione non fosse semplicemente una persona che teneva male gli animali ma era di fatto una allevatrice abusiva di cani, in particolare molossi. Che Roberta Ghezzi non voleva castrare o sterilizzare i suoi animali, lo posso confermare per conoscenza diretta in quanto fu lei a dirmelo durante l’unico incontro di un certo rilievo che abbiamo mai avuto ad un ricevimento per una raccolta fondi a favore dell’associazione Vita una Zampa per la Spagna avvenuto a Vanzago nella primavera dello scorso anno. Ma sempre secondo le testimonianze dei vicini in procura dovrebbero esserci copie di queste denuncie e in comune a Busto dovrebbero essere protocollati anche i due esposti. Rimane da capire come sia possibile che in quindici anni non si sia mai avuto il buon senso di seguire le segnalazioni che pervenivano da diverse parti e tutte coincidenti: allevamento abusivo di cani tenuti in condizioni pessime. La seconda notizia che ho appreso nei giorni scorsi è che la scorsa settimana avvisata probabilmente dalle persone che stavano per procedere alla denuncia e poco prima del blitz Claudia Conte la presidente dell’associazione Vita avrebbe portato via alla Ghezzi un cane di razza galgo (spagnolo) ora non è ancora dato sapere se quel cane si trovava dalla “volontaria” in semplice affido temporaneo, il stallo, oppure in pensione oppure se il cane gli era stato affidato. In ogni caso questa è la prova diretta che la Ghezzi ospitava cani dell’associazione Vita. Ma non solo, infatti secondo un post pubblicato ieri sulla mia pagina facebook da una certa Fra .... (COPIA inviata alla magistratura) risulterebbe che la Ghezzi aveva anche un cane (Baron?) tenuto a pensione che gli sarebbe stato tolto dalla signora Serena Canizzaro responsabile di ando perreras un sito che si occupa di adozioni spagnoli a largo raggio e che infine tra i cani sequestrati ed ora al sicuro in canile ve ne sono alcuni intestati ad altre persone che sarebbero riconducibili ad altri gruppi che operano con i cani spagnoli di cui non sono in grado di fare esattamente i nomi dei responsabili. Fin qui il quadro piuttosto inquietante, appare infatti evidente che di questa persona si fidassero in parecchi, ma che forse altrettanto frettolosamente si siano appoggiati a lei senza i dovuti controlli. Ora che i cani spagnoli fossero fatti uscire dalla perreras per salvarli dalla pena di morte è opera altamente meritoria, ma che non si provveda a fare dei controlli a una che da anni stalla cani, e che ha subito denunce e esposti da parte dei vicini e che in passato allevava cani forse in maniera abusiva che dichiara pubblicamente di essere contraria alla sterilizzazione dei medesimi è quantomeno da ingenui. Ora in tutto questo si intrecciano diverse cose, diverse situazioni, e ci si pongono alcune domande? Ad esempio visto come sono stati ritrovati i cani nella casa della signora i due cani tolti nei giorni scorsi da Vita e dalla signora Canizzaro (stando al post) in quali condizioni di salute sono stati ritrovati? Sono stati fatti i controlli? E se i cani non erano in condizione di salute ottima ma presentavano precarietà si è proceduto subito a segnalare la cosa alle autorità competenti? E se non è stato fatto perché? Viene anche da chiedersi come sia possibile che a fronte di cosi tante segnalazioni la ASL di Busto non abbia trovato il tempo (o la volontà) di monitorare costantemente la situazione in cui venivano tenuti non uno o due ma bensi tredici o quattordici cani (forse anche di più). Perché il sindaco di Busto non ha dato corso ai controlli in seguito all’esposto dei vicini?? Che fine ha fatto la denuncia presentata due anni fa? Domande queste che sorgono partendo dal dato di fatto che le informazioni ricevute corrispondono al vero. Domande che non vogliamo tenere per noi ma che abbiamo infilato in un bell’esposto inviato alla procura di Busto nella persona del PM Parola titolare di questa inchiesta. Le risposte a queste domande le persone interessate non le dovranno dare a noi. Noi a differenza loro non facciamo scrivere da avvocati e non ci affidiamo solamente a facebook o ai blog denigratori per avere delle risposte. Poniamo i nostri dubbi nero su bianco alla magistratura ed essa le persone a vario titolo implicate seppure in maniera indiretta in questa vicenda dovranno fornire risposte sul perché i cani si trovassero lì (se erano in pensione addiritutta in una pensione non autorizzata ed in nero)e sul perché a fronte di questa situazione si è taciuto o si è voluto tacere. Troppa gente non poteva non sapere, ora ci aspettiamo che alla magistratura dicano quanto da loro conosciuto e chiariscano una volta per tutte questa situazione, perché è troppo facile oggi gettare la croce addosso solo a Roberta (che se ha sbagliato pagherà) facendo finta di non conoscerla quando fino a ieri gli si affidavano cani (magari pagando una pigione) e la si osannava come la salvatrice dei pelosi.
Lorenzo Croce