Triora - Il sindaco di Triora Massimo Di Fazio non è più agli arresti domiciliari. La misura cautelare, scattata il 2 dicembre per detenzione e utilizzo illegale di armi da sparo - impiegate per andare a caccia di frodo- è stata revocata dal gip Anna Bonsignorio, che ha accolto l’istanza in tal senso presentata dai difensori di Di Fazio, gli avvocati Simona Bertoldo e Alessandro Moroni.
Il giudice, tuttavia, ha applicato a carico dell’amministratore il divieto di dimora in tutti i Comuni non costieri della provincia di Imperia, esclusi quelli della valle Argentina - di Fazio è residente a Triora - e della val Roia, in modo che possa recarsi in Francia. Dove, contrariamente all’Italia, è autorizzato a cacciare. Di Fazio rimane indagato a piede libero assieme ad altri otto bracconieri. L’inchiesta è condotta dalla polizia postale di Imperia.
«In ragione del presumibile effetto dissuasivo dalla commissione di ulteriori reati della misura degli arresti domiciliari in atto da circa un mese - scrive il gip - periodo durante il quale le prescrizioni risultano regolarmente osservate, e del parallelo sequestro di tutte le armi della compagna Romana Bruno (non indagata, ndr) e anche di tutti i soggetti coinvolti nel procedimento, in oggi le esigenze cautelari inerenti il pericolo di reiterazione del reato si presentano attenuate e adeguatamente salvaguardate dal divieto di dimora in tutti i Comuni non costieri, ad eccezione di valle Argentina e val Roia». Dovrà stare lontano dai boschi, insomma. Quanto al ruolo di sindaco, spetterà alla prefettura (che l’aveva sospeso), decidere se e quando potrà tornare a rivestirlo.