Roma (28 gennaio 2020) - In Italia si stima la presenza di circa 3500- 4000 clochard con i cani al seguito, di questi solo una decima parte sono clochard stanziali in singole città o paesi e conosciuti in quanto utilizzatori dei servizi sociali messi a disposizione dalle singole amministrazioni locali. E tra loro purtroppo spesso si nascondono dei clochard che i cani non li hanno come compagni di vita ma che li usano solo per fare accattonaggio e che dopo averli sfruttati e spesso maltrattati spesso li vendono a qualche persona che ha a cuore l'amore per gli animali alimentando cosi un giro di sfruttamento e maltrattamento dei cani. Per questo motivo a margine della discussione del regolamento di tutela degli animali del comune di Milano L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente rilancia l'idea già messa sul tappeto della realizzazione di un registro nazionale dei clochard e dei loro cani di affezione in modo da distinguerli da chi i cani li usa per accattonaggio. "Pensiamo a un registro che non sia solo un doppione dell'anagrafe canina- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ma che porti con se dei pacchetti di diritti per i clochard ed i loro cani, come l'accesso alle strutture di ricovero notturne, oppure alle mense pubbliche dove possano essere distribuiti anche dei pasti per gli animali che accompagnano i clochard oltre ovviamente a convenzioni per la gestione ed la salute dei loro amici a quattro zampe. Mentre per chi invece sfrutta i cani- conclude la nota AIDAA- nessuna pietà e vale a dire sequestro immediato degli animali e denuncia per maltrattamento ai sensi del codice penale, insomma guanto di velluto per chi ama gli animali ma pugno di ferro per chi li sfrutta".
LA NOSTRA PROPOSTA RISALE AL 2008