giovedì 20 ottobre 2016

DEDICATO A MICIO di Elena Gaiardoni

ricevo dalla grande giornalista elena gaiardoni e con piacere pubblico......

<Usa le mani ed abbiale libere. Che un gatto inguantato non piglia topi>. La frase è del presidente americano Benjamino Franklin. È un consiglio presidenziale sul concetto di libero mercato nell'impresa, ma è anche un concetto di libertà stessa, intesa in senso politico tucur. Se lo ripeschiamo come un pesce dalle acque del mare del pensiero, è per via del <gatto> perché in questo giorni l'account Twitter Emergency Kitten ha pubblicato un micio bianco e nero seduto sulla storica poltrona della scrivania alla casa Bianca. Americani e inglesi sono molto più avanti di noi nella concezione degli animali: no, non sono più avanti, diciamo che, sviluppando il senso di civiltà, non hanno dimenticato l'istinto animale, in questo caso felino, che tra tutti è il più arguto, diplomatico e futuro. 
Gli animali nei luoghi pubblici sono un argomento sentito, visti gli spot che ha lanciato in questi giorni Purina per incentivare le persone a portare sul luogo di lavoro il proprio Pet. Ricordiamo che al quotidiano <Libero>, il giornalista Oscar Giannino aveva un micio in grado di dare una lezione di educazione allo stesso vicedirettore, che un giorno lo cacciò non con cortesia dal suo ufficio, e ovviamente il giorno dopo il gatto rispose con altrettanta cortesia, defecando nell'ufficio del vice, perché si è sempre un vice quando c'è di mezzo un micio o una micia. Nessuno infatti ti insegna ad essere politico più di loro, che non mancano mai di farti notare che le tua libertà finisce laddove intralci la libertà degli altri, principio su cui si fonda una democrazia forte, non debole. Molti presidenti americani sono passati alla storia, oltre che per il loro operato, anche perché erano gattofili, gattocrati e gattari, come Abraham Lincoln, Theodore Roosevelt e John Kennedy. Uno più eccentrici amanti dei mici-astri alla Casa Bianca fu il repubblicano Calvin Coolidge, presidente dal 1923 al 1929. La sua passione per gli animali è fiabesca: aveva trasformato la Casa in un'arca di Noè. Era perso per un ippopotamo pigmeo, un orso grizzly, un asino a cui aveva dato il nome di Ebeneezer come il protagonista del romanzo di Dickens, un’oca e un persino una femmina procione che aveva chiamato Rebecca. Ma i diletti erano Blackie, Tiger e Bounder, tre mici che non disdegnavano di accomodarsi sulla celebre poltrona di pelle nera. Furono protagonisti di parecchie avventure, soprattutto Tiger. Un giorno il micio trovò la porta aperta e dal momento che nessuno lo stava controllando, ne approfittò per scappare. Sparì oltre il giardino di quell'umile <casetta>, visto che per i gatti non esiste casa bianca o casa nera, e li ringraziamo per questo basilare principio di libertà. Coolidge si disperò al punto da diramare per radio un appello disperato, supplicando i cittadini di Washington di dargli una mano a ritrovarlo. Alla fine Tiger venne riportato sano e salvo. Ci fu un’occasione in cui si sfiorò l’incidente diplomatico. Durante una colazione con alcuni ospiti importanti, Coolidge versò il caffè dalla tazza in un piattino e vi aggiunse un po’ di latte e zucchero. Pensando che quello fosse il modo originale del presidente di bere il caffè, gli ospiti lo imitarono, anche se un po’ a disagio. Presero la tazza e versarono il contenuto nel piattino. Il Presidente allora li guardò sorpreso, ridendo divertito. Scosse la testa, afferrò il piattino con il caffè, lo mise delicatamente a terra e il suo adorato Tiger scodinzolo' fino alla sua colazione. Coolidge amava i suoi tre canarini, Nip, Tuck e Caruso. Il giornalista del <Washington Post> Bascom Timmons andava spesso alla Casa Bianca a trovare il Presidente, del quale era diventato il confidente, e ogni volta portava con sé il gatto Timmie, grande amico di Caruso. 
Dopo di lui molti altri mici entrarono nella sala ovale, uno è addirittura attualmente candidato. Si chiama Limberbutt, di Louisville, un soriano di cinque anni, in corsa dall'anno scorso con una lista tra i democratici del Kentucky. Quando si parla di animali le liste non finiscono mai. Tra i tanti, c'e Stubbs, micione rosso che dal 1997 è il sindaco di Talkeetna, in Alaska, poi il main coon Hanke, che nel 2012 è arrivato terzo con oltre 7 mila voti nella corsa al posto di senatore della Virginia. Senza dimenticare Marina, la gatta sindaco di casa nostra, il comune di Gravellona Lomellina. Limberbutt, intanto,continua a crederci. Il suo slogan èMeow is the time, «Miaora è il momento giusto». Hillary Clinton e Donald Trump sono sull'attenti! 
Molti americani non sanno chi votare. Su Twitter migliaia sono i mi piace e i retweet per il micio bianco e nero seduto sullo scranno più potente del mondo. Se vince lui, la saggezza è assicurata. Larry, il gatto del numero 10 di Downing Street, lo sa. E soprattutto: antichi Faraoni docet!