A distanza di diversi mesi torna a far parlar di sé Piazza Maffei a San Romano. Purtroppo anche questa volta per l’ennesimo ritrovamento di resti che molto probabilmente sono di animali - resti di pelo che potrebbero essere anche di cane – macellati e consumati. Impossibile sbirciare dentro i sacchi quasi certamente pieni di avanzi ossei e frattaglie. Aggravante l’ormai stato di decomposizione che con l’aiuto delle alte temperature hanno fatto si che vi trovassero dimora colonie di vermi al lavoro. Il tutto in bella vista nel prato confinante col l’area asfaltata. Un primo sacco lasciato sotto il sole sprigiona un odore nauseabondo; il secondo non è da meno nonostante sia stato lasciato sotto l’unico albero al riparo, e all’ombra. Ecco che la memoria torna subito a quando nello stesso luogo furono svolte indagini da parte della Polizia Municipale di Montopoli per fermare colui o coloro si macchiarono di questi gesti tanto ignobili quanto privi di senso. Esistono modi legali come la semplice raccolta dell’organico per liberarsene eppure c’è chi ancora si rifiuta di capirlo. Un mistero che periodicamente torna a macchiare una zona nata con ben altri scopi e che si è subito caratterizzato da un insieme di azioni sempre identico che probabilmente ha convinto curiosi e inquirenti a propendere sulla serialità del gesto. Forse un’unica mano che ignora lo scempio e le lacune igenico-sanitarie di comportamenti come questo. Lo scorso anno un primo ritrovamento di una carcassa di un maiale residuo di macellazione sommaria lasciò basiti alcuni residenti della zona che mai avrebbero immaginato il susseguirsi nel tempo di eventi simili.
Se nel primo macabro ritrovamento vi fu un costato in bella vista nel secondo fu la volta di moltissimi volatili fatti a pezzi. Quella di questi giorni la nuova puntata di una serie che ha indignato e stancato non poco. Gesti identici che lo convinsero anche l’assessora delegata alla Polizia Municipale Roberta Salvadori a concentrarsi sul modus operandi caratterizzato anche dalla scelta precisa del giorno e degli orari. Studi e conclusioni che partorirono la decisione di futuri monitoraggi, senza specificarne modi e tempi per non avvantaggiare il colpevole, da parte dell’Amministrazione comunale nonostante nel primo ritrovamento non furono rinvenuti riscontri né sulla carcassa priva di bollino identificativo né tantomeno negli allevamenti di zona ove nessuno lamentò perdite nei propri capi. Una situazione che necessita di essere risolta quanto prima poiché inizia a pesare parecchio a molti residenti.