PALERMO (6 Aprile 2016) - Il comune di Palermo in data 26 marzo 2017 affida 50 cani (allegato 1 - la copia di uno dei cani affidati) al signor Capizzi Antonio prestanome della signora Notaristefano con un documento nel quale il Capizzi dichiara di "possedere la struttura idonea in Ragusa" e il comune per ogni cane adottato riconosce al CAPIZZI in qualità di responsabile dell'Associazione Italiana Valorizzazione del Cane la somma di 480 euro circa. Ma da come si evince dagli allegati 2 e 3 il Capizzi in realtà non possiede alcuna struttura idonea ma due giorni prima (24 marzo 2017) senza avere di fatto la certezza tecnica di avere in adozione i cani dal comune di Palermo firma un contratto con la signora Licitra Maria della struttura di cui dichiara falsamente di "essere il possessore" nell'accordo con il comune, per l'affidamento degli stessi 50 cani al prezzo giornaliero di 3 euro piu iva, senza alcun accordo in merito alla gestione dei cani malati e per la somministrazione loro delle medicine necessarie pur sapendo che i medesimi cani sono in parte malati. Da qui si evincono alcune cose importanti e gravissime.
1 ) Il Capizzi è già certo in data 24 marzo di poter entrare in possesso dei cani del comune e sa anche quanti soldi incasserà per quei 50 cani, certezza che lo porta a stipulare un accordo di "sub affitto" di una struttura dove tenere i cani a un prezzo risibile tenendo conto delle spese vive e del fatto che molti di questi cani sono malati.
2) Il Capizzi in data 26 marzo dichiara falsamente al comune di Palermo di essere in possesso della struttura idonea, senza specificare che in realtà questa è una struttura in sub affitto.
Ma fin qui conoscendo i metodi della coppia Capizzi - Notaristefano non ci meravigliamo più di tanto delle irregolarità che hanno come obbietto dichiarato il lucro sui medesimi cani (3 euro a cane al giorno vuol dire che se i cani rimangono un mese AIVAC spende 108 euro a cane iva compresa a fronte di un introito di 480 euro con una plus valenza di 372 euro a cane che moltiplicato per 50 cani fa quasi 19.000 euro di profitto) .
"Quello che ci spaventa è il fatto che il comune non ha affatto menzionato in alcun documento che i cani erano in parte malati e quindi non ha fatto alcuna verifica sulla struttura di cui il Capizzi si dichiarava possessore mentre in realtà era il semplice affittuario. Ora ci chiediamo- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- se si tratta di malafede o peggio ma sopratutto sapendo che la Licitra prende i cani a tre euro al giorno e se tale struttura pare essere stata in un primo tempo considerata ideona dal comune, almeno fino al blocco della Regione ed ai successivi controlli, perchè il comune stesso non ha fatto affidamento diretto a 3 euro al giorno?. Appare evidente che la somma di questi errori ci fa pensare seriamente che ci sia del dolo, e per questo andiamo avanti nella nostra denuncia contro il comune e contro la stessa Notaristefano".