Roma (27 novembre 2016) - In Italia ci sono oltre 230 preti che praticano attivamente la caccia, e che quindi imbracciano il fucile e vanno per boschi a sparare (ed uccidere) gli animali. In particolare la caccia preferita dai preti è quella al cinghiale o al fagiano, ma non disdegnano di sparare ed ammazzare anche lepri e varie specie di uccelli. Ognuno di questi preti la cui maggioranza è concentrata in regioni quali il Piemonte, il Veneto, ma se ne contano anche in Umbria, Toscana ed Emilia possiede diversi fucili che sicuramente non sono strumento di pace e amore, ma di odio e morte per altre specie viventi. Da qui la decisione del presidente di AIDAA Lorenzo Croce di scrivere una lettera aperta a Papa Francesco dove dopo averlo messo al corrente della situazione del fatto che molti di questi preti sono incoraggiati anche dai loro vescovi i quali loro stessi: "partecipano spesso e volentieri ai banchetti nelle canoniche a base di cadaveri di animali uccisi " dovrebbero invece essere richiamati a una vita di amore per la natura e per gli animali. Croce infine invita il Papa che si richiama al nome di Francesco a:"scomunicare i preti che praticano la caccia, pratica vergognosa che si basa sulla violenza e sulla morte, quindi in netto contrasto con i principi di amore dettati dal cristianesimo".
il presidente aidaa durante l'incontro con un parroco cacciatore |