Il tartufo è un prodotto prezioso e per marcare i territori da incursioni indesiderate di altri ricercatori qualcuno è disposto a tutto, senza andarci troppo per il sottile.
Ci sarebbe una guerra per la caccia al prelibato fungo dietro gli ultimi casi di avvelenamento di cani avvenuti nel cuore della Valcomino. Lo ipotizzano i carabinieri forestali di Atina che nelle scorse ore hanno inviato un'informativa, per ora contro ignoti, alla Procura di Cassino. Il reato ipotizzato è quello di uccisione di animale, punito con una pena tra i quattro mesi e i due anni di reclusione.
Le indagini sono partite subito dopo Ferragosto. Nel giro di pochi giorni tre cani, utilizzati per la caccia al tartufo, sono morti dopo aver mangiato bocconi avvelenati piazzati ad arte. I casi si sono verificati tra la località Fosso del Nibbio di Alvito e la località Tre Ponti Superiori di San Donato, a monte della strade regionali 509 e 666 (Sora-Pescasseroli).
In passato casi simili si sono registrati in un'altra zona ricca di tartufi, nel territorio tra Castro dei Volsci e Amaseno.