venerdì 8 ottobre 2021

IBIS UCCISO DA UN BRACCONIERE. INDAGATO UN CACCIATORE

 Sulla rotta che dal nord Europa lo stava conducendo al clima meno rigido della Toscana ha trovato uno sconsiderato armato di fucile che lo ha abbattutto, pur essendo chiaro il vincolo di protezione dell’animale. L’Ibis trovato qualche mese fa ucciso da una fucilata sul viale XXV Aprile a Marinella ha messo nei guai un castelnovese che risulta indagato perchè ritenuto l’autore del deprecabile gesto. Le indagini hanno portato all’uomo dopo che era arrivata una denuncia da parte di uno studio legale di Bruxelles. Il cacciatore, al quale nel frattempo erano stati sequestrati i fucili e munizioni, ha respinto le accuse e si è affidato all’avvocato Alessandro Silvestri. L’esemplare era dotato di un rilevatore satellitare che ne seguiva il volo verso l’oasi di Orbetello e proprio grazie al costante monitoraggio è stato possibile individuare il luogo esatto dove, per troppo tempo, si era fermato il segnale. Sono così partite le ricerche che si sono indirizzate sul viale XXV Aprile verso Marinella dove purtroppo l’uccello migratore è stato trovato senza vita, ucciso da un colpo di fucile. La denuncia dei legali belgi ha dato il via alle indagini che dopo qualche mese hanno portato a bussare alla porta di un cacciatore di Castelnuovo Magra. Il pubblico ministero della Spezia ha richiesto la perizia sui pallini contenuti nella cartuccia e prelevati sull’Ibis, conservato all’istituto zooprofilattico di Grosseto, per effettuare la comparazione con le munizioni sequestrate in casa del cacciatore. Sarà impresa difficile dimostrare che i pallini ritrovati nel corpo del povero volatile siano provenienti da un determinato fucile. Le cartucce da caccia sono tutte uguali così come i pallini e non marchiati come potrebbe essere un proiettile di pistola. Non è la prima volta che i poveri migratori diretti a svernare nell’oasi protetta interrompano il proprio volo libero nella nostra zona. Circa un anno fa infatti un esemplare simile venne trovato a Sarzana, nella zona di Pallodola, e anche in quel caso a interrompere il viaggio fu una fucilata di un bracconiere. L’uccello, considerato a grave rischio di estinzione, venne ritrovato anche in quel caso grazie al segnale fornito dal Gps che indicò l’area fluviale sarzanese.