riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Giovanna Rezzoagli Ganci sui diritti degli animali.
La forza del giusto è il diritto del debole.
di Giovanna Rezzoagli Ganci
In un articolo pubblicato tempo addietro scrissi
senza mezzi termini che il popolo italiano era ipocrita. Lo pensavo e lo penso.
Avvenne in occasione degli ultimi europei di calcio, quando l’italica nazionale
andò a correre dietro al solito pallone in una terra grondante del sangue di
migliaia di animali sterminati senza pietà per offrire una migliore immagine
delle città ucraine ove si sono disputate le gare. Offendetevi pure, se
ritenete, ma almeno leggete fino all’ultima riga di questo scritto prima.
Soldi, sangue, violenza. Non necessariamente in quest’ordine, ma questi tre
elementi muovono l’attenzione di tanti, insieme al sesso, ovviamente. I soldi
sono importanti per tutti coloro che hanno un prezzo: non siete tra costoro?
Perfetto, nessun motivo di offendersi. Il sangue, con tutti i suoi significati
ancestrali, attrae tutti. C’è chi lo vuol vedere scorrere, per puro voyerismo,
offendetevi pure: siete tra coloro che godono nel vedere uccidere animali
(magari in combattimenti clandestini o corride e manifestazioni varie) e
persone (gli snuff movies esistono), che si fermano di fronte ad un incidente
stradale e ipocritamente si mettono le mani nei capelli, oppure siete tra
quelli che vanno a visitare la villetta di Cogne, i ruderi di Gravina di
Puglia, la casa dei Misseri. Avete tutte le ragioni di offendervi, ma anche di
preoccuparvi per quanto poco vi basta per sentirvi migliori, appartenete alla
razza umana, quella “eletta”, offendetevi pure: io mi offendo da quando sono
nata per ciò che l’uomo è capace di fare in nome di un dio minore (quando è
talmente ipocrita da non assumersi le proprie responsabilità per delegarle ad
un ente supremo, ovvero quasi sempre). C’è chi il sangue lo vuol vedere
scorrere per senso di potere: ti tolgo la vita, posso quindi sono. Costoro non
si offenderanno: sono oltre, sono psicopatici latenti o manifesti, ma sono
oltre, irrimediabilmente in una landa in cui solo l’illusione di avere il
potere di vita o di morte offre un effimero placebo alla consapevolezza della
propria finitudine. Poi ci sono coloro che quando vedono scorrere il sangue non
hanno ritrosie a bagnarcisi le mani per tentare di fermarlo: nessun motivo di
offendersi, ma già lo avete capito, vero? La violenza calamita gli animi
deboli, quelli per la cui debolezza esiste un solo rimedio, che tristemente non
cercheranno quasi mai: la conoscenza. Offendetevi, offendetevi pure. E’ sano
offendersi, vuol dire che si è vivi, che si è capaci di provare qualcosa e di
essere interessati a qualcosa oltre che a sminuire gli altri nel penoso
tentativo di illudersi di contare almeno quel granello di sabbia nel deserto
cui aspira il più superbo di noi. Offendetevi pure, se siete tra coloro che
hanno guardato le partite dello scorso europeo coccolando il cane o il gatto di
casa, non era il suo sangue che ha bagnato la terra d’Ucraina. Offendetevi pure
se volete andare in Romania quest’estate: la troverete pulita, i cani e gatti
sono stati uccisi per fare in modo che voi, ipocriti, portiate i vostri soldi
nelle loro città in cui il lezzo rugginoso del sangue non sarà ancora
scomparso.
Offendetevi pure, non c’è problema, è un vostro
diritto. Offendetevi per il fatto di non aver mai riflettuto che i vostri
diritti sono quelli che tanti non hanno mai avuto. Se non vi offenderete,
avrete capito.
Ieri a Casarza Ligure si è tenuta la conferenza
“I Diritti degli Animali - I Doveri
dell’Uomo”. Sarebbe riduttivo riassumerla, perché le parole riducono e nulla di
ciò che è emerso merita tale offesa. Chi è intervenuto ha ascoltato e visto
parole ed immagini che non dimenticherà facilmente. Sarà difficile conciliare
la propria immagine di umano eletto con quella dei dog hunter ucraini che
uccidono per soldi e potere, ma anche confrontarsi con la legge italiana che
punisce il maltrattamento e l’uccisione di animale in quanto atto che lede il
sentimento della persona e non come atto che cagiona nocumento ad un essere
senziente. Sarà difficile conciliare la propria umanità sapendo che l’inferno
esiste e che coincide con il migliore dei mondi possibili. Dipende da quale
prospettiva si guarda a questa considerazione. Io mi offenderei se qualcuno mi
ritenesse incapace di una molteplicità di prospettive.
Giovanna Rezzoagli Ganci