domenica 30 giugno 2013

LA FORZA DEL GIUSTO E' IL DIRITTO DEL DEBOLE

riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Giovanna Rezzoagli Ganci sui diritti degli animali.

La forza del giusto è il diritto del debole.
di Giovanna Rezzoagli Ganci

In un articolo pubblicato tempo addietro scrissi senza mezzi termini che il popolo italiano era ipocrita. Lo pensavo e lo penso. Avvenne in occasione degli ultimi europei di calcio, quando l’italica nazionale andò a correre dietro al solito pallone in una terra grondante del sangue di migliaia di animali sterminati senza pietà per offrire una migliore immagine delle città ucraine ove si sono disputate le gare. Offendetevi pure, se ritenete, ma almeno leggete fino all’ultima riga di questo scritto prima. Soldi, sangue, violenza. Non necessariamente in quest’ordine, ma questi tre elementi muovono l’attenzione di tanti, insieme al sesso, ovviamente. I soldi sono importanti per tutti coloro che hanno un prezzo: non siete tra costoro? Perfetto, nessun motivo di offendersi. Il sangue, con tutti i suoi significati ancestrali, attrae tutti. C’è chi lo vuol vedere scorrere, per puro voyerismo, offendetevi pure: siete tra coloro che godono nel vedere uccidere animali (magari in combattimenti clandestini o corride e manifestazioni varie) e persone (gli snuff movies esistono), che si fermano di fronte ad un incidente stradale e ipocritamente si mettono le mani nei capelli, oppure siete tra quelli che vanno a visitare la villetta di Cogne, i ruderi di Gravina di Puglia, la casa dei Misseri. Avete tutte le ragioni di offendervi, ma anche di preoccuparvi per quanto poco vi basta per sentirvi migliori, appartenete alla razza umana, quella “eletta”, offendetevi pure: io mi offendo da quando sono nata per ciò che l’uomo è capace di fare in nome di un dio minore (quando è talmente ipocrita da non assumersi le proprie responsabilità per delegarle ad un ente supremo, ovvero quasi sempre). C’è chi il sangue lo vuol vedere scorrere per senso di potere: ti tolgo la vita, posso quindi sono. Costoro non si offenderanno: sono oltre, sono psicopatici latenti o manifesti, ma sono oltre, irrimediabilmente in una landa in cui solo l’illusione di avere il potere di vita o di morte offre un effimero placebo alla consapevolezza della propria finitudine. Poi ci sono coloro che quando vedono scorrere il sangue non hanno ritrosie a bagnarcisi le mani per tentare di fermarlo: nessun motivo di offendersi, ma già lo avete capito, vero? La violenza calamita gli animi deboli, quelli per la cui debolezza esiste un solo rimedio, che tristemente non cercheranno quasi mai: la conoscenza. Offendetevi, offendetevi pure. E’ sano offendersi, vuol dire che si è vivi, che si è capaci di provare qualcosa e di essere interessati a qualcosa oltre che a sminuire gli altri nel penoso tentativo di illudersi di contare almeno quel granello di sabbia nel deserto cui aspira il più superbo di noi. Offendetevi pure, se siete tra coloro che hanno guardato le partite dello scorso europeo coccolando il cane o il gatto di casa, non era il suo sangue che ha bagnato la terra d’Ucraina. Offendetevi pure se volete andare in Romania quest’estate: la troverete pulita, i cani e gatti sono stati uccisi per fare in modo che voi, ipocriti, portiate i vostri soldi nelle loro città in cui il lezzo rugginoso del sangue non sarà ancora scomparso.
Offendetevi pure, non c’è problema, è un vostro diritto. Offendetevi per il fatto di non aver mai riflettuto che i vostri diritti sono quelli che tanti non hanno mai avuto. Se non vi offenderete, avrete capito.

Ieri a Casarza Ligure si è tenuta la conferenza “I Diritti degli Animali -  I Doveri dell’Uomo”. Sarebbe riduttivo riassumerla, perché le parole riducono e nulla di ciò che è emerso merita tale offesa. Chi è intervenuto ha ascoltato e visto parole ed immagini che non dimenticherà facilmente. Sarà difficile conciliare la propria immagine di umano eletto con quella dei dog hunter ucraini che uccidono per soldi e potere, ma anche confrontarsi con la legge italiana che punisce il maltrattamento e l’uccisione di animale in quanto atto che lede il sentimento della persona e non come atto che cagiona nocumento ad un essere senziente. Sarà difficile conciliare la propria umanità sapendo che l’inferno esiste e che coincide con il migliore dei mondi possibili. Dipende da quale prospettiva si guarda a questa considerazione. Io mi offenderei se qualcuno mi ritenesse incapace di una molteplicità di prospettive.

Giovanna Rezzoagli Ganci