Ecco un estratto della lettera inviata da AIDAA al Presidente del consiglio dei Ministri.
Noi siamo
a chiederle una politica di defiscalizzazione per le spese veterinarie (ritorno
all’iva al 10%), una politica di apertura del mercato ai farmaci veterinari
generici che permetterebbe un abbattimento di quasi il 50% dei costi su ogni
singolo farmaco, una politica di incentivazione anche a livello comunitario
della lotta al randagismo attraverso un piano di sterilizzazioni che goda di un
finanziamento di almeno 5 milioni di euro l’anno.
Siamo
inoltre a chiederle interventi di riduzione della pressione fiscale anche sui
prodotti alimentari e sui generi necessari alla vita dei nostri animali
domestici, e da ultimo siamo a chiederle anche la immediata corresponsione del
5 per mille alle molte associazioni di volontariato animalista, che con quei
soldi potrebbero darsi una boccata d’ossigeno almeno per quanto riguarda il
mantenimento quotidiano delle migliaia di cani che vivono nei canili pubblici e
privati gestiti direttamente dalle molte associazioni animaliste.
A
tutto questo però a nostro avviso deve anche corrispondere una politica di
rigore, fatta attraverso l’applicazione ferrea delle normative di tutela degli
animali ed in particolare nel contrastare anche attraverso forti sanzioni
pecuniarie (oltre che attraverso l’applicazione della misura detentiva) il
maltrattamento e l’abbandono degli animali, fenomeno ancora diffuso su tutto il
territorio nazionale.
Cosi
come si deve dare un colpo di scure, alle consulenze d’oro ed al finanziamento
di programmi che spesso risultano essere non indispensabili per la reale tutela
degli animali in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando
attualmente.
Siamo
certi, e le forniremo a parte le tabelle, che con queste semplici applicazioni
lo Stato potrebbe incamerare dai 25 ai 40 milioni di euro l’anno, senza gravare
ne in maniera diretta ne indiretta sulle tasche dei contribuenti possessori di
animali.
Siamo
anche a chederle di rendere pubblici gli elenchi dei consulenti del settore
tutela animali del governo, i loro compensi e la loro mansione, cosi come siamo
a chiederle per un atto di trasparenza di conoscere quanti e quali programmi e
progetti gestiti direttamente dalle associazioni animaliste sono finanziati con
fondi pubblici e a quanto ammontano questi finanziamenti.
In un
momento in cui occorre fare una politica dei tagli e di risparmio riteniamo
utile che per prima cosa vengano sospesi quei finanziamenti a progetti che non
hanno valenza scientifica comprovata o che non abbiano diretto interesse sul
benessere degli animali ai vari livelli, chiediamo anche che vengano tagliate
le consulenze che spesso sono date non solo sulla competenza del consulente, ma
anche per appartenza alle diverse associazioni o realtà che si spartiscono da
troppi anni il bottino dei denari pubblici facendo arrivare solo le briciole a
chi gestisce realmente gli animali nel quotidiano o a chi a vario livello si
occupa in maniera seria e concreta della loro tutela.