AIDAA:
PORTARE LE SCUOLE NEI MACELLI PER VEDERE IL DOLORE E LA PAURA DEGLI ANIMALI
Roma (28 dicembre 2011) Diciamo basta una volta per
tutte a quelle odiose pubblicità dove le galline razzolano gongolando, le
mucche vivono felicemente i maialini sono contenti come le pasque e dove tutti
gli animali sono ben contenti di diventare pollo allo spiedo, bistecca o
prosciutto. Facciamo vedere invece la realtà per quella che è: milioni di
animali ogni anno uccisi per essere trasformati in cibo, milioni di animali che
spesso viaggiano ai limiti della legalità con indicibili sofferenze, milioni di
animali con il terrore della morte negli occhi mentre vedono i loro simili
morire prima di loro. Immaginate un gruppo di persone che vengono uccise una ad
una obbligando le altre a guardare mentre vengono ammazzate e squartate sapendo
che anche loro faranno la stessa fine. Questo è quello che passa negli occhi di
milioni di animali prima della loro morte, se questo vi sembra accettabile
allora smettete di leggere questo comunicato. Perché a noi pare una violenza
inaudita ed inutile. Ma una violenza che fin quanto viene ritenuta legale e
legittima deve essere fatta conoscere. Per questo motivo AIDAA chiede
ufficialmente al ministro della Pubblica Istruzione di mandare una volta al
mese le classi delle scuole elementari e medie in visita ai macelli nel momento
in cui si ammazzano i bovini, i suini e tutti gli altri animali, che vedano che
le cose non stanno come le presentano gli spot pubblicitari, che vedano i
nostri ragazzi il dolore e la paura negli occhi degli animali prima di essere
ammazzati. “Giusto fare i corsi di educazione civica, di educazione alla
cultura ed al rispetto degli animali domestici- ci dice Lorenzo Croce presidente
di AIDAA- ma riteniamo altrettanto giusto portare le scuole nei macelli per
vedere come si ammazzano gli animali, non si tratta di fare del terrorismo sui
bambini pro vegetarianesimo ma di far conoscere le cose come stanno e
soprattutto si vietino quegli orrendi spot con gli animali felici di diventare
una bistecca. Non sono felici. Hanno paura e terrore della morte come tutti
noi”.