Nuova iniziativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica da parte del Tavolo Animali & Ambiente, organo costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Oipa, Pro Natura e Sos Gaia, che ancora una volta denuncia una grave situazione verificatasi in Piemonte. Lo citiamo anche sulle colonne di questo giornale la cui “giurisdizione” non fa peraltro eccezione al triste fenomeno del bracconaggio, di cui spesso ci siamo occupati.
«Nei giorni scorsi - informa il sodalizio con un comunicato a cura di Piero Belletti, di Pro Natura Piemonte - in provincia di Vercelli, in occasione di una serie di controlli condotti dalla Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali dei Carabinieri forestali, sono stati scoperti numerosi cacciatori provenienti dal Bresciano nell’atto di abbattere esemplari di fauna protetta, con modalità vietate dalla legge. Cinque di essi sono stati identificati e denunciati. In particolare, i cacciatori utilizzavano appostamenti fissi (vietati nella nostra regione) e richiami vivi, cioè uccelli catturati illegalmente e poi costretti a cantare per invogliare altri esemplari della stessa specie ad avvicinarsi al luogo ove cacciatori sono appostati».
Tra le specie oggetto di abbattimento c’erano anche alcune particolarmente protette perché in stato di notevole sofferenza: pispole, fringuelli, peppole, migliarini di palude ed altri ancora. «Tutte specie di piccoli uccelli, grandi al massimo quanto la cartuccia che li disintegrerà... L’episodio - continua il tavolo animalista - naturalmente è gravissimo, perché mostra come le pratiche più brutali e violente dell’attività venatoria, da sempre diffuil in Lombardia ed altre regioni, vengono ora importate anche in Piemonte, ove invece erano relativamente poco diffuse».