NUORO (30 APRILE 2021) Quanto accaduto in località Su Berrinau a Nuoro dove sei cuccioli di cane sono stati brutalmente ammazzati insieme alla loro madre che li aveva partoriti da pochi giorni è semplicemente mostruoso. Secondo una ricostruzione fatta dalle volontarie del posto i cuccioli sarebbero stati uccisi a colpi di padella mentre la madre sarebbe stata decapitata. Secondo quanto emerso vicino ai corpi morti dei cuccioli rinvenuti nei pressi di una discarica la polizia locale avrebbe rinvenuto anche una padella sporca di sangue. Sulla vicenda è stata fatta dalle volontarie nuoresi una denuncia contro ignoti, ma appare evidente che se non salteranno fuori i nomi del responsabile o dei responsabili questo tremendo crimine à destinato come molti altri a finire nell'oblio da qui la nostra decisione come associazione italiana difesa animali ed ambiente - AIDAA di mettere una taglia di 7.000 euro (mille euro per ogni cane trucidato) sulla testa dei responsabili. Taglia che verrà pagata a chi con la sua denuncia alle autorità di polizia darà indicazioni determinanti per la individuazione e successiva condanna in via definitiva dei responsabili di questo vero e proprio eccidio. "RIteniamo che la taglia sia uno strumento eccezionale,per una situazione eccezionale- si legge in una nota dell'associazione- quello che occorre piu di tutto è però un salto culturale nel rispetto degli animali e nella denuncia che non è delazione dei responsabili di queste atrocità in modo che siano adeguatamente puniti"
TUTTE LE INIZIATIVE ED I COMMENTI RIGUARDANTI L'ASSOCIAZIONE AIDAA E LE SUE ATTIVITA'
venerdì 30 aprile 2021
LO ZOO DI BERNA ANNULLA IL "PERCORSO DEL BRACCONIERE"
Alla fine gli svizzerotti hanno ceduto ed hanno rimosso i finti fucili che avevano installato nello zoo di Berna dove avevano inaugurato un gioco folle chiamato il percorso del Bracconiere, qui i bambini avevano a disposizione delle postazioni con dei fucili finti coi quali potevano sparare per finta agli stambecchi. Immediata la rivolta delle associazioni animaliste elvetiche ed internazionali che hanno avviato una raccolta di firme che in poche ore è diventata virale raccogliendo migliaia di adesioni. Le associazioni accusavano lo zoo di Berna di educare i bambini alla caccia e di presentare un modo distorto di avvicinamento della fauna selvatica delle montagne svizzere. Dopo alcuni tira e molla lo zoo ha fatto marcia indietro e rimosso i fucili, ma rimane comunque la questione della scelta fatta dai gestori di questa struttura, dove già gli animali provenienti da tutto il mondo vivono in condizioni precarie, a questo se si aggiunge la scelta di fare imparare ai bambini come si uccidono gli animali selvatici si innesca un meccanismo perverso ed inaccettabile. Stavolta i gestori dello zoo hanno capito di averla fatta grossa e sono corsi ai ripari facendo marcia indietro, ma il precedente rimane, ed è un precedente pericoloso.
FOLLIA ELVETICA. LO ZOO DI BERNA INAUGURA IL "PERCORSO DEL BRACCONIERE"
ZURIGO - La Svizzera, oltre che un Paese armato fino ai denti - circolano 2 milioni e mezzo tra fucili e pistole - è anche un Paese di cacciatori. Forse per questo lo zoo di Berna ha avuto la bella pensata di inaugurare, lungo l'Aar, il fiume che costeggia la città, un "percorso del bracconiere", con tanto di falsi fucili a disposizione dei visitatori. I bersagli dei potenziali cacciatori, per lo più dei bambini, sono dei maestosi stambecchi, ungulati praticamente estinti sulle Alpi svizzere un secolo fa. Gli stambecchi sono stati reintrodotti nel 1906 dopo che 3 esemplari vennero trafugati dal Gran Paradiso, e sono stati definitivamente salvati dal rischio di una nuova estinzione nel settembre dello scorso anno, quando in un referendum l'elettorato si oppose alla revisione della legge sulla caccia che ne consentiva, insieme al lupo e alla lince, l'abbattimento indiscriminato.
Ogni anno, in occasione dell'apertura della caccia, sono circa in 30 mila a scendere sul piede di guerra per abbattere prede particolarmente ambite quali cervi, camosci, daini, marmotte e cinghiali; 70 mila delle quali ci lasciano, regolarmente, la pelle. Quanto al "percorso del bracconiere", introdotto al Dählhözli, così si chiama il giardino zoologico della capitale elvetica, la direzione è cosciente che la possibilità di mimare una fucilata a uno stambecco possa suscitare polemiche.
Doris Slezak, portavoce dello zoo, interpellata dal quotidiano Le Matin, si è avventurata in una difesa dell'iniziativa che sa tanto di arrampicata sugli specchi. "Fa parte della nostra missione educativa - ha detto - spiegare correttamente la storia dell'estinzione e del ripopolamento degli stambecchi". Quanto, invece, ad una possibile esaltazione dell'attività venatoria, se l'è cavata affermando che "tocca ai genitori sensibilizzare i loro figli sul ruolo dell'uomo nell'evoluzione delle speci". Che, detto tra le righe, giustifica fatalmente l'impiego di un'arma e, di conseguenza, della caccia.
La Protezione degli Animali è di tutt'altro parere e ha preso posizione con un comunicato piuttosto ironico. "Nel migliore dei casi - fa sapere - i visitatori dello zoo prenderanno coscienza del fatto che degli animali sono uccisi in quel modo. Male che vada si svilupperà il loro istinto per la caccia e l'atto di sparare agli stambecchi verrà banalizzato".
Gli svizzeri, che oltre a essere cacciatori e appassionati di armi sono anche convinti difensori della natura, tanto che il partito dei Verdi è ormai la quarta forza politica nel Parlamento federale, hanno reagito con disappunto sui social all'iniziativa dello zoo bernese. "È quantomeno curioso - ha scritto un tale su Twitter - che al Dählhözli non si possa dar da mangiare agli animali, ma si possa imparare a sparargli".
In realtà, più che la caccia sembrano fuori dalla storia i giardini zoologici. Di cui, sovente, si finisce per parlare per vicende paradossali come quella di Berna, quando non per tragedie come quella del luglio dello scorso anno allo zoo di Zurigo, dove un'addetta venne sbranata da una tigre.
CANE AVVELENATO A NOCERA UMBRA
A Nocera Umbra, in provincia di Perugia, ha rischiato di morire un cane di un anno e mezzo, che solo qualche giorno fa aveva presumibilmente ingoiato un boccone avvelenato nella zona soprastante la pineta di Colle di Nocera, mentre passeggiava con la sua custode. Il siberian husky è stato sottoposto dai veterinari alle cure in terapia intensiva per due giorni e i sanitari alla fine sono riusciti a salvargli la vita. “Il nostro obbligo - spiegano Sandro Bianchini e Emma Baiocco - è denunciare qualsiasi avvelenamento o sospetto di avvelenamento. La denuncia che abbiamo fatto, è soprattutto a tutela di tutti gli animali che si potrebbero imbattere in queste esche nei luoghi menzionati e per informare i proprietari e gli enti locali”.
ASCOLI BOCCONI AVVELENATI NEL PARCO DOVE GIOCANO BAMBINI E CANI
Nei mesi scorsi gli animalisti avevano lanciato l’allarme per alcuni bocconi con all’interno dei chiodi che qualcuno stava gettando nei parchi frequentati dai possessori di cani. Ora un caso simili sta prendendo forma anche a Grottammare, dove da qualche tempo nel parco giochi dell’Oasi sarebbero stati ritrovate salsicce avvelenate.
giovedì 29 aprile 2021
6 CUCCIOLI E LA MAMMA GIUSTIZIATI DENTRO UNA DISCARICA
Sei cuccioli barbaramente uccisi, come la loro madre, sono stati ritrovati questa mattina in località Su Berrinau a Nuoro all'interno di un canale sotterraneo davanti alla discarica. I killer non hanno avuto pietà, hanno agito con una efferatezza e una crudeltà inverosimili. A rinvenire i loro corpi straziati sono state le volontarie del gruppo di volontariato Animali Come Noi di Nuoro, che da giorni, dopo aver ricevuto segnalazione della loro presenza, se ne stavano prendendo cura per poterli catturare e portarli in un posto sicuro.
La morte è stata causata dai molteplici colpi alla testa ricevuti dai cagnolini (all'interno del canale chiuso sulla parte finale è stata ritrovata una padella deformata, insanguinata e un bastone) infine dai tagli alla gola, in particolare la madre è stata quasi decapitata. La conferma è arrivata dal veterinario dell' Asl di Nuoro intervenuto con gli agenti della Polizia Municipale sul posto insieme alle volontarie che hanno presentato una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica. I corpi sono stati poi presi in carico dagli addetti al loro smaltimento. C’erano diversi cittadini pronti ad adottare i cuccioli. I loro aguzzini li hanno anticipati.
I CANI RANDAGI DEL SUD PER OLTRE IL 30% SON INVECE DI PROPRIETA'.
Roma (29 aprile 2021) In Italia il randagismo canino è un fenomeno che secondo le maggiori organizzazioni di tutela di animali conta circa settecento mila esemplari di cani ed ibridi cani.lupo che vivono allo stato brado Si tratta di un fenomeno, quello del randagismo, molto imponente diffuso specialmente nelle regioni del sud e nelle isole. Secondo alcune stime ovviamente non ufficiali le regioni che detengono il maggior numero di randagi sono Sicilia con oltre 60.000 cani che vivono allo stato brado, seguita dalla Calabria, Puglia e Campania con circa 50.000 cani randagi a testa, incalzano Sardegna ed Abruzzo con circa 30.000 cani randagi. Il dato che maggiormente preoccupa in realtà però riguarda le regioni del centro Italia in particolare Lazio e Toscana dove con numero assolutamente minori rispetto alle regioni del sud ed alle isole, il fenomeno è in leggero ma costante incremento in particolare in queste due regioni unitamente agli Abruzzi preoccupa il fenomeno della presenza di branchi di ibridi cani maremmani - lupi che sono presenti su tutti gli Appennini. Ma esiste un fenomeno di cui fino ad oggi si parla pochissimo in quanto di fatto sconosciuto ed è il fenomeno dei cani liberi e non microchippati ma che hanno un padrone. Secondo una serie di controlli fatti negli anni scorsi anche dalle forze dell'ordine il fenomeno è diffuso un po in tutto il sud a macchia di leopardo ed arriva in alcuni casi a coprire il 30% del totale dei cani che si considerano randagi, ma che invece sono di proprietà seppure non microchippati e quindi non iscritti alle anagrafi canine regionali, tale fenomeno figlio di una cultura ancora arretrata e anche della volontà dei proprietari di non prendersi responsabilità rispetto ai propri medesimi cani è ora oggetto di studio e di una campagna di informazione che sarà lanciata in estate dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA in tutte le regioni del centro sud Italia.
PARECCHI CANI AVVELENATI A OZIERI IN SARDEGNA
Diversi cani hanno evidenziato, questa mattina, segni di avvelenamento. I padroni degli animali risultano essere residenti nella zona di San Nicola a Ozieri e a quanto pare i cani avvelenati sono transitati nella serata di ieri a San Nicola 2. I sintomi sono sopraggiunti nel corso della mattina di oggi ed i padroni hanno immediatamente allertato il veterinario, che dopo aver fatto vomitare gli animali, ha certificato che l’avvelenamento era provocato da lumachicida o diserbanti o comunque sostanze velenose.
Le condizioni di uno degli animali avvelenati, un meticcio di 11 anni di nome Paco, conosciuto da tutti nel quartiere, sono apparse subito gravissime ed è purtroppo deceduto poche ore dopo, nella disperazione della famiglia che lo accudiva e che oggi dice: “Chi ha fatto questo al nostro cane è un animale”.
ONORE AL GIORNALISTA (E I SUOI COLLABORATORI) ANTI BRAQCCONIERI UCCISO IN BURKINA FASO
Erano scomparsi dopo un attacco avvenuto lunedì tra Fada Ngourma e Pama, nel sud del Burkina Faso. E oggi è arrivata la notizia che il giornalista David Beriáin (nella foto) e il cameraman Roberto Fraile, entrambi spagnoli, e l’irlandese Rory Young, cofondatore e presidente di un’associazione anti-bracconaggio chiamata Chengeta, sono stati uccisi. Risulta invece ancora disperso un cittadino burkinabé che era con loro a bordo del convoglio anti-bracconaggio. A riferire la morte dei due cittadini spagnoli la ministra degli Esteri di Madrid, Arancha González. Manca la conferma ufficiale del Paese africano, ma secondo quanto scrive El Pais diverse fonti locali hanno confermato alle agenzie Reuters e Afp la morte dei due reporter. E anche il premier spagnolo Pedro Sanchez ha espresso il suo cordoglio alle famiglie delle vittime.
Incerta al momento l’identità dei rapitori, ha specificato il governo del Burkina Faso, anche se senza dubbio si tratta di “terroristi” e si esclude possa trattarsi di bracconieri che “difficilmente avrebbero attaccato una scorta armata”. L’acronimo “Jnim” in cui si riconoscono gli uomini che parlano in un audio di rivendicazione segnalato dall’account twitter “Sahel Security Alerts” corrisponde al “Nusrat al-Islam wal-Muslimin” (l’organizzazione qaedista “Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani”).
mercoledì 28 aprile 2021
L'ORSA DJ3 TRASFERITA IN GERMANIA
È in viaggio verso la Germania Dj3, l'esemplare femmina di orso che stamani ha lasciato il centro faunistico del Casteler diretta al "Parco alternativo per orsi e lupi" di Worbis, dove è attesa in giornata. Lo comunica la Provincia di Trento. Si tratta della stessa area, di circa 10 ettari, che ospita dal 2010 anche l'orsa Jurka. «Il trasferimento è stato possibile grazie ai rapporti che l'amministrazione provinciale da tempo ha instaurato con la Fondazione per orsi tedesca, così come con numerosi altri enti ed organizzazioni internazionali che si occupano della gestione degli orsi», si legge nella nota.
A dare notizia del trasferimento è stato, in un primo momento, il parco stesso attraverso i suoi profili social, con tanto di foto delle fasi del trasferimento: nelle immagini pubblicate si vede il furgone con il quale è avvenuto il trasporto e l'orsa all'interno della gabbia metallica del van. «Lunedì 26.04.2021, poco dopo le 9: la squadra operativa è di ritorno dal Trentino, con loro c'è l'orsa Dj3. Operatori e animale stanno bene e il viaggio procede secondo i piani. Verso sera arriveranno al parco. Vi terremo aggiornati». Nel parco in cui verrà trasferito il plantigrado attualmente vive anche l'orsa Jurka, uno dei primi esemplari portati col progetto Life Ursus in Trentino e trasferita lì nel 2010. Jurka è inoltre madre di Jj4, l'orsa resasi protagonista la scorsa estate di un'aggressione sul monte Peller.
La decisione di trasferire Dj3 in Germania è stata accolta con una raffica di proteste da parte delle associazioni animaliste, che negli ultimi mesi hanno più volte manifestato per la liberazione degli orsi rinchiusi nel Casteller a Trento perché considerati pericolosi. «Non abbiamo parole. Dovrebbe bastare guardare questi occhi terrorizzati, eppure non basta», scrivono gli attivisti del Centro sociale Bruno. «Come da copione, di nascosto, ieri nella giornata della Liberazione, Dj3 ha lasciato l'Italia per essere rinchiusa a vita in uno zoo in Germania, lo stesso dove anni fa fu rinchiusa Jurka. Solo pochi giorni fa - dicono gli animalisti - l'assessora Zanotelli aveva presentato il Report della Pat sui grandi carnivori, a ridosso della sentenza che ha impedito di incarcerare anche Jj4. E ovviamente si è ben guardata dal comunicare la data dello spostamento».
NON HA IL PATENTINO ENCI. ALTRI GUAI GIUDIZIARI SUL SEDICENTE ADDESTRATORE
GATTI AVVELENATI DAI BOCCONI A PESCINA
Pescina – Sono stati trovati nel Comune di Pescina gatti morti avvelenati in Via Armentani, tra via Vannutelli e via Regina Elena.
La segnalazione è giunta questa mattina alla nostra Redazione da una cittadina di Pescina che ha rinvenuto i due animali morti con evidenti segni di avvelenamento.
Purtroppo non è la prima volta che si registrano episodi del genere nella città di Pescina tanto che anche il Sindaco Mirko Zauri era dovuto a suo tempo intervenire pubblicamente per metter in guardia i cittadini possessori di cani e gatti domestici.
VAL CAMONICA. OTTO CANI AVVELENATI CON ESCHE KILLER
Otto cani sono stati avvelenati con delle esche killer e di questi quattro sono morti. È successo in Valcamonica, nella provincia di Brescia, dove tra le zone di Borno e Ossimo Superiore sarebbe stato sparso del cibo con del veleno. A darne notizia è il Comune di Borno che in un post su Facebook commenta: "Un gesto ignobile e insensato che non può essere in alcun modo compreso o giustificato e che condanniamo con sdegno".
Le esche trovate sulla strada vecchia per Ossimo
Grazie ad alcune segnalazioni, le esche sono state trovate sulla strada vecchia per Ossimo, tra i comuni di Calagno e Palete. Considerato l'alto numero di animali avvelenati, sono state avvisate le forze dell'ordine. I carabinieri e la polizia locale hanno quindi avviato le indagini per rintracciare i responsabili. Intanto alcuni volontari hanno apposto dei cartelli lungo il percorso in cui avvisano i cittadini del possibile pericolo.
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martedì 27 aprile 2021
CIGNO ARTURO. AUMENTA LA TAGLIA A 7.000 EURO
NEL 2020 170 CANI CLOCHARD IN CANILE PER LA MORTE DEI LORO AMICI UMANI
Roma ( 27 aprile 2021) Sono invisibili e proprio per questo quasi nessuno si cura di loro, o meglio solo le associazioni caritatevoli e i volontari delle associazioni animaliste che operano sul territorio. Stiamo parlando di persone sole che vivono coi loro cani ai margini della società i cosi detti clochard con i cani? Quanti sono? Secondo alcuni dati sicuramente parziali (non esiste un vero e proprio censimento nazionale) si parla di circa 3000 persone che vivono totalmente o parzialmente per strada con i cani e di questi circa 800 sarebbero le donne. Sono dati non confermati ufficialmente ma che sono di fatto condivisi da tutti coloro i quali si occupano a vario livello degli ultimi che si concentrano nelle grandi città in particolare a Roma, Milano, Torino e Napoli. Nel corso del 2020 e nel primo trimestre del 2021 sono stati 372 i cani di clochard morti o malati finiti nei vari canili delle città italiane contro i 66 dell'anno precedente. Sui 372 cani finiti in canile 170 sono stati portati in canile a causa della morte del loro clochard umano.
GORILLA TESTATI A PARMA E TORINO. CHIESTI CONTROLLI
Ricorderete tutti la vicenda dei macachi rinchiusi per la sperimentazione negli stabulari delle università di Parma e Torino, bene noi abbiamo ricevuto diverse segnalazioni sul loro stato di salute e pare che i problemi non mancano, forse altre associazioni e persone che si sono stracciate le vesti hanno deciso dopo la sentenza definitiva hanno lasciato perdere la vicenda, e forse pure i macachi al loro destino. Noi no. Non abbiamo rinunciato a verificare come avevamo sostenuto passo passo la vicenda, e nei prossimi giorni manderemo una richiesta ufficiale di controllo del loro stato di salute al settore veterinario del ministero della salute ed ai carabinieri dei Nas. Vi informo sugli sviluppi.
lunedì 26 aprile 2021
SI CERCA ANCORA L'ASSASSINO DEL CIGNO ARTURO
Sono ancora in corso le ricerche dell' anonimo bracconiere ha ucciso Arturo, compagno di Principessa, i due bianchi cigni dei laghetti del Comune di Laghi. Su questo criminale l'AIDAA ha messo una taglia di 5.000 euro per favorirne l'individuazione e la denuncia. Nei prossimi giorni potrebbero esserci novità. Aspettiamo fiduciosi, e invitiamo la gente che sa a farsi avanti e parlare.
CASO MANGINI. PARTITE LE DENUNCE E LE RICHIESTE DI REVOCA E CONTROLLO CANI
CALENZANO. UCCIDONO FEMMINA DI CAPRIOLO. DENUNCIATI BRACCONIERI
Sono finiti nei guai dopo aver abbattuto una femmina di capriolo. I carabinieri della stazione forestale di Ceppeto sono intervenuti giovedì sera in località Torre di Baroncoli, nel Comune di Calenzano, dove avevano notato la presenza di due fuoristrada, parcheggiati a margine di un campo, poco lontano da un’oliveta. Già insospettiti dai veicoli, sono poi stati messi in allarme dal rumore di uno sparo. Avvicinandosi ai mezzi in sosta hanno quindi visto che una femmina di capriolo era stata abbattuta usando una carabina Winchester e quindi caricata nel portabagagli dell’auto. A quel punto sono stati identificati i due soggetti presenti, un pensionato e un imprenditore, facendo scattare il sequestro del fucile e dell’animale abbattuto. Uno dei due uomini aveva fra l’altro il porto di fucile da caccia sospeso dalla Questura. Entrambi i bracconieri sono stati denunciati per abbattimento di fauna selvatica fuori dal periodo consentito dalla giunta regionale, che fissa come termine per la caccia al capriolo il 15 aprile, per permettere la gestione delle femmine e la nascita dei cuccioli. Secondo quanto reso noto dai carabinieri, uno dei due cacciatori avrebbe già compiuto in passato violazioni alla normativa sulla caccia. L’altro sarebbe noto nel mondo della caccia per aver ricoperto ruoli di gestione nell’ambito delle attività venatorie. Ai due sono state elevate sanzioni per 720 euro.
ANCORA CANI AVVELENATI NEL VITERBESE
Viterbo, cani avvelenati nella zona a ridosso della necropoli di Norchia. Un drammatico fenomeno che sta preoccupando ormai da diverse settimane i padroni degli amici pelosi a quattro zampe che amano liberare i loro animali per correre nella zona tra Viterbo e Vetralla. Molti i casi di animali morti improvvisamente per avvelenamento tanto che c'è il fondato sospetto che qualcuno possa aver sparso nella zona delle polpette al veleno.
domenica 25 aprile 2021
CASO MANGINI.SI FACCIA GIUSTIZIA IN FRETTA
GROSSETO (25 Aprile 2021) Claudio Mangini è pericoloso per gli animali, il cane è stato picchiato e lui ne è responsabile, tutto il resto sono parole al vento. A fronte di tale video non si può far altro che ribadire quatno gia sostenuto.
1) - Denunciare alla procura della repubblica questo uomo è un atto dovuto e chiunque abbia assistito ad altre malefatte di questo signore deve fare altrettanto.
2) Indipendentemente dalle posizioni del Mangini che si difende come suo solito dicendo un montagna di inutili parole per giustificare l'ingiustificabile a lui deve immediatamente essere tolta la licenza di addestrare.
3) Devono essergli sequestrati gli animali. tutti gli animali in quanto è persona pericolosa per la loro stessa vita.
4) Abbiamo presentato un esposto alla guardia di finanza per chiedere di verificare la regolarità dell'attività- di questo personaggio.
sabato 24 aprile 2021
REVOCARE A CLAUDIO MANGINI LA LICENZA DI ADDESTRATORE CINOFILO
Legnano (24 Aprile 2021) - Dopo la pubblicazione del video dove si vede l'addestratore cinofilo Claudio Mangini sferrare un calcio in pancia ad un cane durante un azione di addestramento compiendo di fatto il reato di maltrattamento di animale ai sensi dell'articolo 544 del codice penale, l'AIDAA Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha presentato una denuncia nel confronti del noto trainer e contemporaneamente chiede che venga sospesa, anzi revocata al soggetto la licenza per poter operare come addestratore cinofilo con effetto immediato e chiede altresi che la polizia veterinaria controlli i cani sottoposti ad addestramento del Mangini e quelli di sua proprietà provvedendo al sequestro cautelativo di questi ultimi non potento garantire la sicurezza e la salute degli stessi animali, vista la propensione violenta dimostrata dal Mangini nei confronti del cane oggetto del calcio violento che ha creato traumi importanti agli organi vitali dell'animale.
PRESO BRACCONIERE DI NUVOLERA
Alla fine di febbraio, i carabinieri forestali lo avevano sorpreso di notte nella sua cava di Nuvolera mentre sparava ai cinghiali (ne aveva appena abbattuto uno) dopo averli attirati allestendo un sito di pastura e nascondendosi dietro a un cumulo di letame preparato per coprire l’odore umano. Nella stessa occasione, sequestrando l’animale abbattuto, due fucili da caccia grossa e ottiche per la visione notturna, i militari avevano anche verificato che in quello stesso sito estrattivo, il 50enne appena finito nei guai aveva allestito un poligono illegale in cui si allenava anche con armi di grosso calibro.
GRANDOLA DENUNCIATO BRACCONIERE PRESO CON FUCILE E SILENZIATORE
Uno sparo udito nitidamente nel deserto (o quasi) della sera ha dato il là ad un’operazione congiunta tra la polizia provinciale e la guardia di finanza che ha portato ad un risultato decisamente interessante in ottica anti-bracconaggio.
Già perché lo sparo ha condotto una pattuglia della Polizia provinciale guidata dal comandante Marco Testa verso la località Barcola - località in aperta campagna non distante dal confine con Menaggio - in cui a seguito di una perquisizione mirata è stato subito possibile recuperare la carcassa di un cinghiale da poco abbattuto, ma non solo. Già perché gli agenti hanno individuato anche una seconda carcassa di un cervo, che era custodita in una cella frigorifera.
L’attività di controllo, nata come detto a seguito di una puntuale e tempestiva segnalazione, si è conclusa anche con un terzo sequestro, questa volta di un’arma abusiva, nella fattispecie una pistola fuciletto dotata di calcio pieghevole, silenziatore e visore notturno.
Quella della polizia provinciale d’intesa con la guardia di finanza è stata una perquisizione minuziosa, che in dote ha portato ad una denuncia a piede libero per un quarantaseienne residente in paese, a cui sono stati contestati i reati di bracconaggio e detenzione di arma vietata.
ESCHE AVVELENATE A NORBELLO IN SARDEGNA?
er ora nessuna certezza, ma il sospetto è che al parco sportivo di Norbello possano essere stati abbandonati dei bocconi avvelenati. Saranno gli esami dell’Istituto zooprofilattico a rivelare se i bocconi ritrovati contengono o meno tracce di veleni.
Nel frattempo il sindaco Matteo Manca raccomanda prudenza.
“Potrebbero essere stati trasportati da gatti e cani. Però consegneremo subito tutto alla Forestale per le analisi. Per sicurezza, in attesa dei risultati, si invitano i proprietari di cani e gatti a prestare la massima attenzione”, afferma Manca. Il pensiero va inevitabilmente a quanto accaduto altre volte nel paese del Guilcier. A Norbello gli ultimi casi di avvelenamento risalgono allo scorso dicembre.
BOCCONI AVVELENATI A PADOVA SALVATO UN CANE
Torna l’allarme avvelenamenti tra i proprietari di cani di Selvazzano, dopo l’ennesimo episodio successo un paio di giorni fa nel giardino di un’abitazione di via Scapacchiò. Dove durante la notte sono stati lanciati dall’esterno degli involtini di carne contenenti del veleno per topi. A denunciarlo è la proprietaria di un cane che accortasi che l’animale stava male lo ha portato dal veterinario. La proprietaria assicura che il fatto sarà portato a conoscenza delle forze dell’ordine, anche perché non è la prima volta che succede. «Sui motivi di questo deplorevole atto faranno luce i carabinieri», afferma la donna che lascia intendere che sarebbero da ricercare nei rapporti di vicinato. Ora ha deciso di far installare un impianto di videosorveglianza in giardino. Se individuato l’autore dell’avvelenamento rischia grosso. Il codice penale per il reato di maltrattamento degli animali prevede pene fra 4 mesi e 3 anni di reclusione.
venerdì 23 aprile 2021
LA D'URSO AMMETTE: "LA TARTARUGA GETTATA DAL SETTIMO PIANO E' MORTA"
VAL TROMPIA. COMMENSALI CENA ABUSIVA DENUNCIATI PER VIOLAZIONE NORME ANTI COVID
BRESCIA (23 APRILE 2021) Una nuova tegola sta per cadere sulla testa dei 23 commensali che alcuni giorni fa sono stati beccati dai carabinieri mentre all'interno della sede della comunità montana della Val Trompia stavano consumando una cena illegale a base di polenta e specie di uccelli protetti catturati pare da un noto bracconiere della zona. Infatti dopo le sanzioni e le denunce scattate nei giorni scorsi martedi prossimo 27 aprile 2021 l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA porterà a Brescia una nuova denuncia contro queste persone in quanto oltre alle norme contro il bracconaggio hannoviolato anche le norme anti covid 19 che proibisce in questo momento ogni ritrovo fuori dagli ambiti familiari. e per questo saranno denunciate penalmente dagli animalisti dell'AIDAA.
GENOVA SEQUESTRATI IN PORTO 96 PAPPAGALLI E 43 TARTARUGHE RARE
GENOVA - I Finanzieri del II Gruppo di Genova ed i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Genova 1, nell’ambito dell’attività di controllo sui passeggeri provenienti dal Nord Africa, hanno sottoposto a sequestro 43 rare testuggini, della specie “Testudo graeca” e 96 variopinti pappagalli di varie specie, in quanto animali protetti a rischio estinzione illegalmente detenuti e trasportati senza il necessario corredo documentale.
I trasgressori, cittadini tunisini, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazione della normativa CITES e nel caso delle testuggini, in quanto trasportate in anguste scatole di cartone non idonee al trasporto animale, per il reato di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura (art 727 c.p.).
Le testuggini, in attesa di essere restituite alle autorità Tunisine per essere reintrodotte nel naturale habitat da cui sono state illecitamente sottratte, sono state affidate in via temporanea all’Ente Nazionale Protezione Animali, mentre i pappagalli sono stati affidati per le cure ad un parco faunistico. Il sequestro degli animali vivi è da inquadrare nell’ambito di una più ampia attività di controllo posta in essere da GDF ed ADM sui flussi passeggeri e commerciali transitanti, dall’hub del capoluogo ligure a tutela della flora e della fauna a rischio estinzione, in ossequio alla Convenzione CITES.
Le competenze in materia, in ambito doganale, sono state attribuite al Corpo della Guardia di Finanza a seguito della soppressione del Corpo Forestale dello Stato.
giovedì 22 aprile 2021
SONO IN CRESCITA I BAMBINI CHE MALTRATTANO GLI ANIMALI
ROMA (22 aprile 2021) Secondo una ricerca di qualche anno fa realizzata anche in collaborazione con le forze dell'ordine i minori che hanno maltrattato, abusato, ucciso o assistito a maltrattamenti nei confronti di animali sono il 27%, oltre uno su quattro, un dato che purtroppo visti gli ultimi fatti pare destinato ad aumentare. Già nel 2016 spiegava Rossano Tozzi, soprintendente capo del Nirda, il Nucleo speciale che si occupa dei comportamenti illegali ai danni degli animali che i reati sugli animali erano di fatto dei reati spia e che spesso poi gli stessi autori si rendevano responsabili di reati maggiori e di quei reati le vittime umane sono donne nel 56% dei casi, minori nel 28%, anziani nel 3%, uomini nel 5%. Dai risultati delle indagini fatte a vari livelli in questi anni risulta che il 96% delle persone che compiono reati su animali sono uomini e di questi appunto il 27% minorenni. Le motivazioni e le correlazioni dei comportamenti dei ragazzi e dei minorenni nei confronti degli animali sono stati analizzati in passato anche da un analisi dell'associazione Link-Italia realizzata su 942 «Casi Link», casi in cui ci sia una stretta correlazione fra maltrattamento e/o uccisione di animali e ogni altro comportamento violento, antisociale e criminale. "Questi sono i dati statistici che abbiamo a disposizione - scrive in una nota l'associazione italiana difesa animali ed ambiente- ma visti gli ultimi reati di minori contro gli animali possiamo assolutamente dire che sono in forte aumento i bambini, tra gli 8 ed i 12 anni che uccidono o maltrattano gravemente un animale come recentemente successo in provincia di Ragusa dove alcuni bambini hanno tagliato le orecchie a un cane randagio e pare non sia stata nemmeno la prima volta. Un aspetto di devianza sociale - conclude la nota AIDAA- che non va sottovalutato ne nascosto sotto il tappeto perchè come dicono le ricerche di fonti serie ed attendibili chi da piccolo fa del male agli animali spesso da grande fa del male anche agli umani per questo il fenomeno va denunciato e accuratamente preso in considerazione dalle forze dell'ordine e dagli assistenti sociali che sono chiamati in casi come questo ad intervenire immediatamente sia per salvare l'animale maltrattato che per riportare il bambino sulla retta via".