Erano stati gli abitanti del quartiere di Baggio, dove risiede, a segnalare alle forze dell’ordine che la donna portava a spasso il procione al guinzaglio e anche al ristorante. Dopo il sequestro , il pm Sara Arduini, titolare dell’indagine, ha accolto la richiesta dell’avvocato della donna di consentire un incontro tra lei e l’animale, anche in riferimento alla giurisprudenza della Cassazione sul “dolore” e la “sofferenza” che anche gli animali possono provare. Lucio e la sua proprietaria, ha scritto il magistrato nel provvedimento, potranno rivedersi nella struttura Centro tutela e ricerca fauna esotica e selvatica Monte Adone, in Emilia Romagna, dove è stato portato il procione.
«È vivace, attivo e ha da subito mostrato grandissima curiosità verso il nuovo spazio in cui è stato accolto e soprattutto verso gli altri 13 procioni con cui oggi vive e con i quali si è gradualmente integrato». In questo modo, Lucio «ha avuto la possibilità di scoprire l’acqua – scrivono i suoi custodi in un post su Facebook – trascorre infatti molte ore nella vasca a loro disposizione dove gioca e lava con accuratezza oggetti e cibo».