M49. ORDINANZA PER LA SUA CATTURA ANCHE IN ALTO ADIGE
Come si fa a dire del silenzio? Sull’altopiano c’era un silenzio perfetto. Era domenica notte, e un po’ di nebbia era scesa sui prati verdissimi del Passo Oclini. Dentro alla roulotte, fra il campeggio Malga Varena e l’Hotel Corno Nero, i pastori Mariano e Georg stavano dormendo profondamente quando l’orso M49 si è avvicinato in cerca di cibo. È stato in quel momento che il silenzio si è rotto. «Mi hanno chiamato a mezzanotte e undici minuti, è stato un bruttissimo risveglio», dice adesso l’allevatore Alex Polesana. «Mi sono accorto subito che la situazione era preoccupante. Perché la mia cagnetta, un border collie di nome Cebi, stava ringhiando all’impazzata come non aveva mai fatto. La sentivo nel telefono. Anche le nostre 450 pecore di razza tingola belavano terrorizzate. Mi sono vestito al volo, ho preso il pickup e sono salito verso l’alpeggio. Lungo la strada, ho avuto un colpo di fortuna: ho incrociato due guardie forestali del Trentino. Le ho prese a bordo, e siamo andati insieme. Anche nella nebbia, abbiamo visto la sagoma dell’orso. E poi il rumore mentre scappava nel bosco di cirmolo. Aveva frugato nei bidoni dell’immondizia in cerca di cibo. Con la sua mole aveva scosso e spostato la roulotte». Le guardie forestali hanno sparato due colpi in aria per metterlo in fuga.
Raccontano che la bellezza degli orsi consista nel fatto che nessun orso assomiglia a un altro orso. Ogni esemplare ha una personalità unica, e il suo modo speciale di stare al mondo. Sul versante occidentale del Trentino, sulle Dolomiti del Brenta, ce ne sono fra 60 e 78 esemplari grazie a un progetto contro l’estinzione. Nessun essere umano ha mai avuto da ridire sulla loro presenza. Ma sul versante orientale, diviso dall’altra metà dal fiume Adige e dall’autostrada, ce n’è soltanto uno. Ed è l’orso più famoso d’Italia.
M49 è un orsetto bruno di 3 anni e 140 chili di peso, soprannominato Papillon. È considerato un orso «problematico». Era stato catturato il 14 luglio in Val Rendena e rinchiuso nel centro faunistico di Castellera. Ma da lì è scappato dopo qualche ora, saltando una recinzione alta 4 metri. Da allora, di tanto in tanto, ricompare. Lo ho visto una donna in automobile. È stato immortalato da una foto trappola nel bosco della Marzola. È entrato in un fienile. Ha incrociato un escursionista sul sentiero nella zona di Butterloch. «Mi tremavano le gambe, era a una trentina di metri da me e faceva versi minacciosi», ha raccontato quell’uomo al giornale Dolomiten. Insomma, l’orso «problematico» M49 si avvicina troppo alle abitazioni e all'uomo, attraversa avanti e indietro il confine fra il Trentino e l’Alto Adige, qui sul versante orientale. L’orso ha fame. E sul suo conto, è cosa nota, è stata firmata un’ordinanza di cattura. Perché la parola «abbattimento» nessuno la vuole più pronunciare. Dopo che le polemiche hanno diviso al punto da mettere su opposti schieramenti il governatore leghista Maurizio Fugatti e il ministro dell’Ambiente dei 5 Stelle Sergio Costa: «Non ammazzate l’orso Papillon». Ma il titolo dell’ordinanza numero 458990 della Provincia di Trento datata 22 luglio 2019 è questo: «Provvedimento urgente. Intervento di rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica».
Sabato ha distrutto le arnie di un apicoltore al Passo di Lavazè. Da lì, 5 chilometri più avanti, è ricomparso davanti alla roulotte dei pastori Mariano e Georg. Poco lontano aveva predato una vitella.
FONTE : IL SECOLO XIX.IT