CHIUSI – Qualche anno fa le guardie venatorie beccarono dei bracconieri che cacciavano cinghiali senza autorizzazione in mezzo ai canneti del lago Trasimeno, e altri che usavano carabine da guerra silenziate e con il mirino ad infrarossi per sparare ai caprioli di notte. Nella zona della fornace di Chiusi Scalo dove nel 2016 e 2017 furono eseguite battute di caccia controllate al cinghiale con l’abbattimento di una cinquantina di esemplari, qualcuno ha notato tracce di uso di balestre, sempre per cacciare cinghiali e caprioli, in modo silenzioso e irregolare…
Ieri i Carabinieri del Nucleo Forestale di Chiusi hanno “beccato” invece un pescatore di frodo che aveva escogitato un sistema ingegnoso per catturare decine e decine di pesci nel Chiaro. Alcuni pescatori avevano notato strane manovre e hanno avvertito chi di dovere. Gli agenti hanno trovato il bracconiere intento ad armeggiare con un uno strumento di cattura fatto con circa 50 ami, per una lunghezza di 50 metri… Cosa ovviamente vietata dalla legge e dalle norme sulla pesca nel Lago di Chiusi. Episodio di “bracconaggio ittico” è stato definito. Ovviamente il bracconiere è stato denunciato. Ma la cosa che più conta è che è stato sventato un tentativo di “depredazione” del patrimonio ittico del lago, fatto fuori da ogni regola, in modo incosciente.
La pesca professionale nel Chiaro un tempo dava da mangiare a molte famiglie, nel dopoguerra il sindaco finì sotto inchiesta per aver consentito la pesca alla popolazione stremata dai bombardamenti nonostante la concessione delle acque del Chiaro ad un privato (che era scappato con i nazisti nel ’44). Adesso è sostanzialmente u i. C’è un solo pescatore di mestiere che tiene viva la tradizione. Per il resto l’unica pesca praticabile al Lago di Chiusi è quella sportiva. Il bracconaggio, che si tratti di caprioli, cinghiali, fagiani o persici reali, lucci e pesci gatto è comunque un atto illegale, odioso e anche pericoloso per chi lo fa e per chi potrebbe trovarsi casualmente nei pressi. Le pallottole o i dardi vaganti delle balestre non sono caramelle…
Ma c’è anche un altro problema: quello dell’uso e magari della vendita della carne degli animali catturati o abbattuti di frodo. Un problema di evasione fiscale e soprattutto di sicurezza alimentare, dato che i bracconieri non sottopongono gli animali uccisi a controlli, non hanno strutture idonee alla macellazione o celle frigorifere idonee… Possono anche avere tutte queste cose, ma anche no. Quindi se la carne o il pesce finisce in qualche ristorante o sulla tavola di qualcuno può anche essere pericolosa…
Una cosa è certa: i bracconieri, da sempre, sono ingegnosi ed escogitano sistemi o usano strumenti micidiali che uno nemmeno può immaginare. Ma la presenza e l’attenzione di pescatori e cacciatori, ma anche di semplici amanti del bird watching o delle camminate all’aria aperta aiuta, ed è elemento essa stessa di controllo del territorio. I Carabinieri del Nucleo Forestale cone loro macchine verdi fanno anche loro la propria parte e sanno come muoversi. La loro azione è preziosa.