SONDRIO /VARESE (3 Aprile 2019) "Abbiamo la certezza che parte dei gatti che finiti nel congelatore nell'azienda zootecnica privata svizzera di MÜLLHEIM nel canton Turgovia provengono dall'Italia e sono entrati in Svizzera passando dalle provincie di Varese e Sondrio, dove operano alcune organizzazioni che hanno come scopo proprio quello di esportare quasi sicuramente a pagamento cani e gatti verso la vicina confederazione elvetica. Purtroppo- ci dice il presidente di AIDAA Lorenzo Croce- sono transazioni che avvengono, anzi avvenivano in maniera regolare, ma dopo la scoperta dei 21 gatti trovati morti nel congelatore dell'azienda zootecnica svizzera i vari uffici veterinari cantonali svizzeri sono in allarme e stanno controllando le provenienze di gatti,ma anche di cani dall'estero, ed in particolare proprio dalle due provincie Lombarde dai cui confini transitano decine di cani e gatti ogni anno diretti verso il Nord Europa e stanno chiedendo di evitare l'importazione di cani e gatti dall'estero verso la Svizzera". E' una situazione in continua e costante evoluzione, ma è la prova che spesso i cani e i gatti che partendo dall'Italia vanno verso nord non sempre finiscono come si pensa nelle case delle famiglie, ma in imprese zootecniche ed il loro destino tutt'altro che roseo. Il traffico (perchè di traffico si tratta e la vicenda di Mullheim ne è la riprova certa) di esseri viventi verso il nord europa, ed in particolare verso la Svizzera interessa diverse centinaia di gatti e cani al mese, la cui provenienza iniziale è il sud Italia, si tratta in alcuni casi di gatti selvatici che vengono preventivamente adottati dalle finte volontarie del Nord Italia che poi li trasferiscono in Svizzera e nei paesi del nord Europa chiedendo un rimborso che arriva fino a 200 euro per un cane e 50 euro per un gatto, si tratta di un traffico che deve essere contrastato e stroncato sul nascere.