Nue (“nuvola” in sardo) gioca tranquilla nell’area cani del parco di Monte Claro. La sua padrona, Francesca, 37enne cagliaritana, non la perde di vista un attimo: “L’ho salvata perché gironzolava in strada nella zona di Villacidro. Ero lì per fare una gita e mi si è posizionata davanti all’automobile”. Così ha deciso di “adottarla” e di regalarle una vita più serena. Spesso, però, i cani sono anche vittime dell’odio dell’uomo. La Sardegna, nel 2018, è stata la quarta regione italiana per numero di uccisioni di quattrozampe che hanno mangiato cibo avvelenato: “Nue è a rischio perché è una trovatella, dunque è abituata a mangiare tutto quello che trova. Bisogna trovare e punire sempre i colpevoli di simili e orribili gesti”.
Già, ma come? “È difficile far rispettare le leggi perché spesso queste persone non vengono individuate. Bisogna educare molto e bene, le istituzioni devono darsi da fare con le associazioni, per far capire che un cane è come un compagno di vita e va rispettato”.
Cani avvelenati anche nel cagliaritano - immagine di repertorio |