QUELLE CHE CON LA GHEZZI FACEVANO AFFARI
Ora tutti a stracciarsi
le vesti, ora tutti contro Roberta Ghezzi, la donna di Busto Arsizio
che è stata condannata per detenzione di 13 cani, 4 gatti e 4
testuggini in condizioni non idonee (ma non per maltrattamento in
quanto chi ha effettuato il sequestro nel 2012 si è ben guardato dal
contestargli la violazione dell'articolo 544 del codice penale), Noi
da subito, e prima di tutti gli altri eravamo certi della
colpevolezza della donna, non solo dopo aver visionato le fotografie
in cui appariva evidente che quei poveri animali vivevano in
condizioni assolutamente inadatte e fuori da ogni minima regola di
igiene ma da prima, da quanto l'abbiamo conosciuta, da quando l'ho
conosciuta personalmente ad un party voluto dall'associazione VITA-
UNA ZAMPA PER LA SPAGNA l'associazione guidata da Claudia Conte e
Giuliana Poletti che si occupa di “salvare” i cani della Spagna
dalle Perreras e che non ha mai presentato un bilancio regolare negli
anni in cui raccoglieva migliaia, anzi centinaia di migliaia di euro
di donazioni e che a chi ne chiede conto risponde minacciando
querele. Bene in quell'occasione presso un Bar di Vanzago la Conte e
la Poletti mi presentarono la Ghezzi come una delle loro volontarie
più affidabili, a cui davano in stallo i cani salvati dalla Spagna
che finivano nelle mani di un'altra aguzzina peggiore di quelli delle
Perreras spagnole.
Ci parlai un poco con questa signora che mi
chiedeva aiuto per i suoi cani che diceva essere maltratti ma che lei
stessa maltrattava, non avendo al momento prove di quanto si
vociferava nei corridoi del mondo animalista, lasciai cadere la
conversazione ed i rapporti diretti con la donna di Busto Arsizio
finirono li, anzi no.. tempo dopo mi chiese aiuto telefonico,
ricevendo una rispostaccia dal sottoscritto, per dei cani che gli
erano stati affidati a suo dire da alcune volontarie che li avevano
salvati dalla Romania, non approfondii la questione in quanto la
Ghezzi era per me oramai assolutamente inaffidabile e con lei lo
erano diventate le megere dell'associazione dei cani spagnoli, che
mentre perdevano il loro tempo cercando di fare le scarpe a me,
incassavano i quattrini delle manifestazioni senza mai rendere conto
di come sono stati spesi quei soldi, e cosa ancora peggiore vendevano
le firme raccolte per i cani spagnoli ad un organizzazione che si
definisce animalista che le ha usate per farsi un po di pubblicità a
livello europeo (fotografie) per poi dimenticarsi delle centomila
firme raccolte che non si sa dove siano finite, e non poteva essere
diversamente visto che io stesso mi ero rifiutato di consegnarle al
Parlamento Europeo in quanto prive di un qualsivoglia documento
accompagnatorio. Avevano preso in giro 110.000 italiani la Poletti e
le sue complici ma di questo avremo modo di parlare in un altro
momento. Torniamo alla Ghezzi. Dopo il sequestro avvenuto nel
febbraio del 2012 si pensava che la nostra torturatrice di animali si
mettesse in disparte, ma non fu cosi, infatti la vediamo spuntare
nientemeno che al fianco di Michela Brambilla nella battaglia di
Green Hill, tutti noi a spiegare alla deputata berlusconiana che vive
spandendo balle sul suo impegno animalista (e non si fa processare
per aver usato gli elicotteri di stato per andare a trovare il suo
fidanzato al mare) che la Ghezzi forse non era il caso di portarla
con se nelle delegazioni ufficiali (vedi le foto) del movimento no
green-hill che incontravano al ministero e da Formigoni per perorare
la causa della chiusura del lager di Montichiari. Ma tant'è la
Ghezzi era in quelle delegazioni e si spacciava per il braccio destro
della signora Brambilla che ovviamente ora che è stata condannata ha
visto bene di far sparire tutte le foto che le ritraggono insieme,
tranne quelle che abbiamo noi e che pubblichiamo qui. Da ultimo
alcuni mesi orsono la Ghezzi era tornata in auge con una piccola
truffa per dei cani fintamente liberati. Roba di piccolissimo
cabotaggio... Poi la condanna e speriamo anche il silenzio
definitivo. Ma quello che mi preme in chiusura a questa amara
ricostruzione è sottolineare che la Ghezzi non è certo uno stinco
di santo, ma coloro che con lei hanno fatto affari, spartito soldi,
dato cani in stallo, e tutto il resto, sono colpevoli come lo è lei,
sono complici di una torturatrice di animali, anche se a livello
diverso i complici hanno dei nomi precisi, dei quali vi prego di
ricordarvi quando dovete parlare di animalismo e di truffatori
tenendo ben distinte le due categorie.
Lorenzo Croce