mercoledì 14 marzo 2012

ENPA-LAV-OIPA E LEGA DEL CANE VOGLIONO QUESTA LEGGE SULLA VIVISEZIONE. LEGGETE VOI STESSI E FATEVI UNA OPINIONE.

ALCUNE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE (ENPA-LAV-OIPA E LEGA DEL CANE) HANNO MANDATO UNA LETTERA A FORMIGONI PER CHIEDERE CHE VENGA APPROVATA IN FRETTA LA PROPOSTA DI LEGGE 145 DELLA REGIONE LOMBARDIA CHE A LORO DIRE SAREBBE CONTRO LA VIVISEZIONE E PER LA CHIUSURA DI GREEN HILL.
NON VOGLIO FARE POLEMICHE. VOGLIO SOLO UN CONFRONTO. LEGGETE VOI STESSI COSA DICE LA PROPOSTA DI LEGGE CHE RIPORTIAMO QUI SOTTO.

l secolo passato ha consegnato una ridefinizione del concetto del rapporto uomo/animale con due punti essenziali: primo, l’idea che il grado di civiltà di un paese sia sempre più valutabile sulla base del rispetto e della considerazione  manifestate nei confronti degli animali e, seconda, la consapevolezza che la cultura occidentale abbia contratto un debito permanente nei confronti degli esseri viventi non umani, soprattutto in ambito scientifico.
Pur essendo le specie animali, compresa l’umana, diverse tra loro, esistono aspetti anatomici, metabolici, genetici comuni e comparabili.
Per queste somiglianze e anche per queste differenze gli animali, da sempre, vengono utilizzati nella ricerca volta alla conoscenza, alla salute e alla cura, sia degli uomini, sia degli altri esseri viventi.
La ricerca scientifica non può ad oggi prescindere dall’utilizzo degli animali.
La tendenza della moderna sperimentazione coincide con il concetto delle 3R fissato da Russel eBurch, secondo i quali una alternativa è una ricerca che sostituisce (replacement) l’uso di animali, che riduce (reducement) il bisogno di animali in un  particolare test, o che affina (refinement) una tecnica, al fine di ridurre la sofferenza animale.
Queste finalità hanno oggi, oltre che un significato meramente etico, anche un’ importante connotazione scientifica ed economica.
Nei laboratori d’Europa vengono  utilizzati  animali, nella ricerca di base delle università, nello studio di malattie umane e veterinarie, nelle neuroscienze, nella messa a punto di nuovi farmaci, nella pratica dei trapianti, specie degli allotrapianti. Si usano animali anche per valutare le sostanze chimiche con cui entriamo quotidianamente in contatto. Tutto un nuovo campo che attiene alle biotecnologie e alla creazione di animali transgenici, in grado di creare modelli ripetibili.
Se la sperimentazione è la questione più complessa a proposito degli animali, nel senso che essa non può ovviamente essere sbrigativamente chiusa tacciandola di inutilità e assenza di scientificità, tale questione esige però attente distinzioni, dato che in essa confluiscono dati scientifici, filosofia della scienza, filosofia morale, diritto positivo.
Tale grande ricaduta sul piano legislativo rappresenta il tentativo di facilitare la soluzione di una questione tanto complessa mediando gli interessi degli uni rispetto alle necessità degli altri. Il diritto è sempre più chiamato a intervenire sulla scienza, rivestendo di significato normativo giudizi scientifici, per la determinazione, ad esempio, di requisiti tecnici, standards di sicurezza, valutazione di rischio etc. Da un lato il diritto fa propri i contenuti della scienza, dall’altro la scienza, dispiegandosi socialmente, accetta di essere “sagomata” dal diritto.
Riassumendo possiamo dire che la ricca normativa sulla sperimentazione è lo specchio della molteplicità e complessità degli elementi etici in essa coinvolta, non solo, è anche la fedele rappresentazione della evoluzione della sensibilità e del mutare della percezione che di tale problema ha la nostra società.

In Italia la materia è regolata da un decreto legislativo del 1992 che ha recepito la direttiva europea del 1986: una normativa che nella sua applicazione più che nei suoi intenti ha rivelato molteplici punti di criticità.
Tale normativa risulta in ogni caso per molti aspetti migliore di quella introdotta dalla nuova direttiva europea n.63 del 2010 che anziché evidenziare e risolvere i punti critici, ne ha aggiunti.
Uno per tutti la possibilità di aprire la sperimentazione su animali randagi. Una possibilità che oltre ad essere eticamente intollerabile risulta scientificamente inaccettabile.
Occorre prendere atto della progressiva diffusione, nella società, di un forte sentimento di rispetto e di empatia verso gli animali. In particolare, verso gli animali da compagnia, protetti dalla convenzione europea di Strasburgo, recentemente ratificata dal Parlamento italiano.
Inoltre, occorre rilevare come i mezzi di informazione abbiano recepito questa nuova coscienza di amore e rispetto per gli animali e i loro diritti dedicando a questo tema ampi servizi anche sui quotidiani nazionali o nei telegiornali delle principali reti televisive.
 In data 1 febbraio 2012 è stato approvato dalla Camera dei Deputati  l’Art. 16 della Legge Comunitaria 2011(atto camera n. 4623), recante norme volte a recepire la direttiva comunitaria sull’utilizzo degli animali nella sperimentazione ai fini scientifici (Dir. 2010/63/EU del Parlamento Europeo  e del Consiglio).
Questo PDL recepisce quanto disposto al punto c) dell’Art. 16 che recita “Vietare l’allevamento di primati, cani e gatti destinati alla sperimentazione di cui alla lettera b) su tutto il territorio nazionale”, (la lett. b) definisce e regola l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti e specie in via di estinzione nella sperimentazione).
Questo  PDL non si pone in antitesi allo sviluppo della ricerca scientifica attraverso sperimentazioni su animali, né in nessun modo ha la pretesa di interporsi a delicate questioni di carattere etico e morale inerenti alla pratica della sperimentazione animale; rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la tutela degli animali da sottoporre a sperimentazione.
Ma la sperimentazione a fini scientifici non può comunque essere interrotta.
L’obiettivo di questo PDL non deve perciò in alcun modo essere strumentalizzato.
Sarà premura dei Consiglieri sensibili a questo tema, mettere a punto a breve una mozione di indirizzo al Governo centrale, affinché le criticità presenti nella direttiva europea 2010/63/UE vengano  discusse e superate.
Per queste ragioni è opportuno che  Regione Lombardia, da sempre capace di intercettare con tempestività le diverse sensibilità diffuse nel paese ed, in particolare, nel proprio territorio, intervenga con efficacia su questo tema, vietando (art.1) “l’allevamento di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione” e che punisca i trasgressori (art.2) con adeguate sanzioni amministrative (fino a 150 mila euro, 300 mila in caso di recidiva). Il  PDL prevede che le somme introitate siano destinate alle Asl competenti per territorio.
L’auspicio dei presentatori è che l’approvazione unanime di questo PDL possa rappresentare un ulteriore passo  avanti di un lungo percorso volto, sempre più, a ridurre il numero di animali utilizzati per la sperimentazione e la loro sofferenza, attraverso il miglioramento delle tecniche sperimentali e l’utilizzo di metodi alternativi nella convinzione che la produzione di una buona scienza debba coincidere, e non solo per motivi etici, ad un utilizzo responsabile e rispettoso degli animali.
E SECONDO VOI QUESTA SAREBBE UNA LEGGE CONTRO LA VIVISEZIONE??? SECONDO ENPA, OIPA, LAV E LEGA DEL CANE E' UNA LEGGE CONTRO LA VIVISEZIONE. SECONDO NOI NO.

IL TESTO ORIGINALE DEL CONSIGLIO REGIONALE. PERDETE UN MINUTO E LEGGETELO FINO IN FONDO.