giovedì 17 ottobre 2024

VAL SERIANA. AVVELENANO LA CARCASSA DI UN CERVO PER UCCIDERE I LUPI. INCONCEPIBILE

 VALBONDIONE. "Avvelenare volontariamente una carcassa e lasciarla nell’ambiente naturale non è solo un atto barbaro e illegale contro la fauna, ma è anche una minaccia per l’ambiente, per gli animali domestici e per la sicurezza delle persone". A parlare sono i referenti dell'associazione  Io non ho paura del lupo, che commentano quanto accaduto di recente in Val Seriana.

 

"Il veleno si diffonde di specie in specie, colpendo non solo grandi predatori ma anche tutta quella fauna che può alimentarsi su queste carcasse all’interno della catena trofica", viene fatto sapere. Il riferimento è al recente caso di avvelenamento (con del liquido antigelo) di una carcassa di cervo ("utilizzata presumibilmente come esca per uccidere lupi") e per cui risultano indagati dalla polizia provinciale di Bergamo due allevatori della Val Seriana.

 

"Non solo lupi, ma anche rapaci e piccoli uccelli, altri mammiferi, animali da allevamento, cani e gatti domestici e persino esseri umani, possono venire a contatto con il veleno nei modi più svariati, anche indirettamente - spiegano da Io non ho paura del lupo -. Un animale morto avvelenato, consumato a sua volta da altri animali, selvatici e non, continuerà a contenere veleno e a causare morti e/o a compromettere lo stato di salute di ulteriori animali. Inoltre sono elevati i rischi di diffusione nell'ambiente e nelle falde acquifere. Il veleno è una minaccia ambientale enorme che non può essere accettata".

 

E proseguono: "Ormai si è superato il limite: non esiste alcuna giustificazione per chi avvelena una carcassa con l’intento di uccidere, tra atroci sofferenze, i lupi. E tanto meno è giustificabile un sindaco che approva un gesto così grave, gesto che dovrebbe solo essere condannato. Per questo l'associazione si riserva il diritto di presentare un esposto per apologia di reato presso la procura di Bergamo nei confronti del sindaco di Valbondione che, secondo quanto riportato dal Corriere di Bergamo, avrebbe detto che i due allevatori 'hanno fatto bene' a compiere questo gesto, invitando la procura ad accertare se esistono estremi di reato".

 

"Esistono da decenni metodi efficaci per ridurre i danni da lupo, strumenti funzionali messi a disposizione degli allevatori spesso anche gratuitamente - concludono -. È quindi ora di intraprendere e incentivare l'adozione di strumenti anti-predatori invece di giustificare pratiche medievali che non dovrebbero trovare più spazio nella nostra società e che invece meritano una condanna esemplare".