Non ne se parla abbastanza. Sembra quasi che il non sapere ci protegga dal dolore che proveremmo se venissimo a conoscenza di quello che si cela dietro ai pennelli per la pittura. Morbidi, precisi ed eleganti…ma quanti sanno che i pennelli Kolinsky sono fatti con code di donnole siberiane maschi, che si trovano nelle meravigliose foreste di Russia e nord della Cina? Non a caso, i famosi pennelli prendono il nome proprio dal nome russo di questo animale: kolinsky.
Per quanto sia poetico dipingere, purtroppo, utilizzando questi pennelli, non c’è nulla di diverso da indossare una pellicciLa PETA riporta “Alcuni animali la cui pelliccia viene utilizzata per la produzione di pennelli, vengono catturati in natura usando trappole e lacci con mascelle d'acciaio e molti di loro muoiono congelati prima del ritorno dei cacciatori. Altri vengono gassati nelle loro tane o picchiati a morte con bastoni. In alcuni casi, come con cinghiali, buoi, tassi, capre e cavalli, il pelo può essere tagliato o strappato mentre l'animale è ancora vivo”
Il vero problema alla base è che spesso per ingannare i consumatori, i pennelli non Kolinsky (anche quelli per il make-up) sono spesso privi di etichetta o etichettati in modo errato. Vengono a volte venduti come peli di "zibellino” ma non provengono affatto dagli zibellini: provengono da visoni o donnole e alcuni di questi animali sono considerati in via di estinzione. I peli di "cammello" possono provenire da scoiattoli, capre o una combinazione di animali diversi. I peli di bue vengono strappati dalle orecchie e quelli di "pony" possono essere presi dalla schiena o dalla criniera dei cavalli.a. Anzi. Ed è tutto legale, alla luce del sole, e anzi, ben sponsorizzato!
E allora perché ancora pochissimi consumatori sono coscienti di questo commercio?