L'orsa JJ4 sarà trasferita dal Centro recupero fauna alpina Casteller di Trento a un'oasi della Foresta Nera, in Germania. Lo ha deciso il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, come riporta il Corriere del Trentino. Sul plantigrado, catturato all'indomani dell'aggressione mortale al runner 26enne Andrea Papi, pende un'ordinanza di abbattimento firmata dal governatore proprio a seguito dell'uccisione del giovane di Caldes. Il provvedimento, sospeso dal Tar su riscorso delle associazioni animaliste, è ora al vaglio del Consiglio di Stato. Stando a quanto si apprende, l'orsa sarà trasferita in autunno.
Una novità assoluta dopo oltre un anno in cui l'animale era stata al centro del dibattito politico. Dopo la morte di Andrea Papi infatti il presidente della Provincia aveva decretato l'uccisione dell'animale e solo l'intervento delle associazioni animaliste e i loro uffici legali avevano bloccato l'attuazione dell'ordinanza di abbattimento. Una battaglia legale all'interno delle aule del Tribunale amministrativo trentino che deve ancora vedere la conclusione. La prossima udienza è infatti fissata al prossimo 30 maggio. Nel frattempo il Trentino si è diviso. Da una parte c'è chi pensa che gli orsi siano un pericolo per la popolazione e non debbano più stare nei boschi della provincia; dall'altra chi è convinto che una convivenza sia possibile e che l'uccisione di Papi sia la conseguenza di venti anni di negligenza da parte della politica nel mettere in atto tutte quelle precauzioni che impediscono agli orsi di diventare confidenti e mantengono una distanza di sicurezza fra animale e uomo. Intanto fuori dai tribunali per mesi si sono susseguite manifestazioni degli animalisti contro Fugatti e le scelte della provincia. Ma il caso degli orsi trentini è diventato nazionale, con tante personalità del giornalismo e dello spettacolo che si sono schierate pro e contro il presidente del Trentino. Ma fuori dai tribunali c'era soprattutto il dolore della famiglia del giovane Andrea Papi, che non ha mai puntato il dito contro l'orso e non ne ha mai chiesto l'abbattimento. Ha anzi sempre specificato come la morte del figlio non fosse stata un incidente ma fosse stata la conseguenza di chi aveva deciso di riportare i plantigradi in Trentino e soprattutto di farlo in determinate condizioni.