TRENTO. La priorità è trasferire gli orsi mentre la Provincia ragiona sul futuro del Casteller. Difficile una chiusura tout court ma non si esclude un cambio di utilizzo della struttura.
A inizio settimana, lunedì scorso, c'è stata la (lunga) discussione sul ddl orsi, la modifica alla norma che prevede la possibilità di abbattere fino a 8 orsi confidenti o pericolosi (sempre sulla base del piano Pacobace e delle leggi nazionali e internazionali). Proposta che è poi diventata legge (Qui articolo).
Nel corso dei lavori in Aula è emerso che si valuta una "ristrutturazione" del Casteller. L'ordine del giorno di Lucia Coppola (bocciato) avrebbe voluto impegnare la Giunta a prevedere un progetto di ampliamento per garantire una maggiore qualità della vita agli orsi M49 e Jj4. E' arrivato, però, il semaforo rosso e la rappresentante di Alleanza Verdi e Sinistra ha preso atto, "come affermato da Failoni, che il centro verrà chiuso, nella speranza che gli orsi ospitati non facciano una brutta fine".
Non ci sarà una chiusura ma qualcosa comunque si muove. "C'è un ragionamento a 360 gradi e tutte le strade sono aperte", dice a il Dolomiti l'assessore Roberto Failoni. "Ci sono alcune situazioni da verificare ma prima di tutto ci sono due orsi da portare via".
Un trasferimento di Jj4, sull'orsa responsabile della morte di Andrea Papi pende ancora la proposta della associazioni animaliste verso il Libearty Bear Sanctuary Zarnesti, così come di M49. Le soluzioni? "Ci sono alcune valutazioni in corso tra Romania, Germania e Svizzera". E poi quale destino per il Casteller?
La Provincia a trazione leghista, come noto, tra abbattimento e cattura predilige la prima prassi. E tra i nodi, emersi anche nelle varie pronunce del Tar, è l'inadeguatezza del Casteller. All'estero anche si prevede la rimozione ma in Trentino c'è questa struttura e se non è adeguata la colpa non può essere degli orsi quanto delle istituzioni.
E il Casteller potrebbe tornare alle origini. Una struttura creata come ricovero temporaneo per ospitare momentaneamente orsi feriti o bisognosi di cure per poi essere rimessi in libertà e non per essere reclusi a vita. Quello di portare gli orsi problematici è diventato un uso "distorto" rispetto alle intenzioni iniziali del progetto.
"Non escludiamo nulla ma non ci sarà una chiusura totale. Ci sono dei ragionamenti ma comunque ci sono anche due plantigradi da trasferire. E' tutto ancora prematuro, l'intenzione è quello di rafforzare i monitoraggi e prevede alcuni test per la gestione dei grandi carnivori", conclude Failoni.